“Persuasione” - La recensione... del romanzo e del film!

 Cosa potrei dire di “Persuasione”, l’ultimo romanzo di Jane Austen, pubblicato postumo nel 1818? Niente, assolutamente niente, oltre al fatto che è uno stupendo capolavoro all’altezza di tutte le mie aspettative. 

E dunque perché questa mia stramba recensione? Be’, perché l’altro giorno, ancora sognante dopo aver letto per la prima volta questo romanzo – i libri di Jane Austen mi fanno questo effetto! -, ho avuto la sciagurata idea di guardare il film “Persuasione” del 2022. Sì, quello che c’è su Netflix. E me ne sono amaramente pentita.

Ma innanzitutto, qual è la trama del romanzo “Persuasione”?

No, non vedo traccia di spoiler qua, leggete in pace!


Il vanesio Sir Walter Elliot ha tre figlie: la stro… primogenita Elizabeth, vanitosa almeno quanto il padre, la più giovane ed egocentrica Mary e la figlia di mezzo Anne. Quest’ultima è la meno quotata della famiglia, quella trascurata, ma è la preferita di Lady Russell, amica della purtroppo scomparsa Lady Elliot,  divenuta tutrice di Anne dopo la morte di sua madre. Ed è proprio Lady Russell che, quando Anne in gioventù si innamora, ricambiata, dell’ufficiale di Marina Wentworth, la persuade a non sposarlo. Motivo? Wentworth è privo di mezzi. Tradotto: è un poveraccio di rango inferiore e non te lo puoi sposare perchè altrimenti che figura ci facciamo tutti quanti. Bon. Anne, con gran dolore e stridor di denti, rompe quindi il fidanzamento e ciao ciao Wentworth. 

 

Otto anni dopo, però, i due ex innamorati si ritrovano a causa di alcune particolari circostanze. Sono entrambi single, nessuno dei due si è nel frattempo sposato. Anne si rende però conto che lo ama ancora e di colpo, vedendolo, comprende cosa desidera davvero il suo cuore. Ma Wentworth l’ha forse dimenticata? La detesta per aver rotto il fidanzamento? Cosa pensa di lei dopo tutti quegli anni?

Anne è ora disperata, ora speranzosa. E le rigide convenzioni sociali dell’epoca di certo non aiutano. Riusciranno i due a ritrovarsi e a chiarirsi? Oppure il sentimento tra di loro è ormai perduto per sempre?

Ok, ora posso dirlo: Anne Elliot è il personaggio austeniano che più preferisco dopo Elizabeth Bennet. Si tratta di una protagonista ormai matura, introversa, riflessiva e remissiva, che però, nei momenti opportuni, si rivela in tutta la sua forza e determinazione, prendendo il controllo anche delle situazioni più drammatiche. Un’eroina austeniana non del tutto canonica ma che, dopo oltre due secoli, è ancora in grado di affascinare.

Per questa e altre ragioni, l’adattamento su pellicola del 2022 mi ha fatto sorridere e a tratti ridere… ma nei momenti meno opportuni!

Mi spiego: Anne, nel libro, è remissiva, dolce e molto riservata. Nel film, invece, la si vede fare di tutto. Beve di continuo, dice tutto quello che pensa nei momenti meno consoni, urla dalle finestre (!) e si rovescia in testa brocche di vino o ceste di pane. Oltre al fatto che, a un tratto, probabilmente ispirata dalla natura intorno e presa da un impellente bisogno fisico, sta per calarsi pure le brache tra le frasche, salvo fermarsi dopo aver intercettato una conversazione di suo interesse tra gli alberi. Ecco, a me questa non è sembrata affatto l’Anne di Jane Austen. E va bene svecchiare i personaggi e anche parlare direttamente allo spettatore che ormai fa tanto chic, e va bene l’ironia, tra l’altro usatissima nella satira sociale presente nel libro della Austen. Ma qua si è decisamente esagerato, a mio parere.

Altra cosa che mi ha fatto sorridere: la disinvoltura con cui Anne e Wentworth – e anche Anne e Mr Elliot! - si parlano. Tipo: “Ehi, bro! Come stai, bro? Tuttappost?”. No, non proprio così ma quasi. Nel romanzo, invece, i due non potevano parlare così liberamente: c’erano delle regole che andavano onorate, inoltre i due nel libro non sono assolutamente così espansivi e prima di arrivare a parlarsi apertamente dovranno superare molti dubbi e ostacoli, tra sguardi fugaci e frasi da interpretare, in un crescendo di tensione che, soprattutto begli ultimi capitoli, tiene incollato alle pagine il lettore. In fondo, c’erano altri valori, nell’Ottocento, che era sconsigliabile ignorare. Stessa situazione con il cugino Elliot: sì, lui è sfacciato anche nel romanzo, ma non rivela così apertamente le sue trame. Oltre al fatto che nel film, non si sa per quale arcana ragione, hanno completamente omesso la questione di Mrs. Smith che, in un certo senso, sblocca talune situazioni, come anche tutto lo scandalo che poi ne consegue sul finale.

E poi, vogliamo parlare del limonamento iniziale? Ma perché, dico io? Perché cominciare così il film?!

In alto, una diapositiva dei primi secondi del film in esame

Punto positivo della pellicola? I siparietti comici tra Anne e le sorelle, con Mary in particolare, che mi hanno fatto ridere di gusto – userò la tecnica delle parole buttate a caso anch’io con qualcuna delle mie conoscenze -, oltre al fatto che Sir Walter Elliot, leggendo il romanzo, lo avevo immaginato proprio come è stato interpretato nel film.   

Insomma, il film “Persuasione” del 2022 non è assolutamente all’altezza del romanzo e, a mio avviso, ne snatura completamente significato e protagonista, creando soltanto una baraonda alla Bridgerton che, ok, va di moda e piace tanto, ma non è Jane Austen. E no, non è perché sono una snob che “il libro è sempre meglio del romanzo” perché, ad esempio, ho adorato la trasposizione cinematografica di “Orgoglio e pregiudizio” del 2005 ed è pure uno dei miei film preferiti, giusto per dirne una.

In conclusione, se cercate un film basato sul romanzo “Persuasione” di Jane Austen che non sia un po’ troppo sopra le righe, e soprattutto se avete amato il romanzo, non cliccate su quello che che trovate su Netflix. No, davvero.

Io vi ho avvisati. 


 


Commenti

  1. Il film di NEtflix non lo ho visto e non credo che lo farò, ma ultimamente ho ripreso a leggere e la carta stampata vince sempre sui film...

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    1. Ci sono film che sono stati adattati benissimo e che io adoro perchè hanno saputo mantenere saldo lo spirito e il senso del cartaceo. Purtroppo non è il caso del film "Persuasione"...

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