"C'è sempre un lieto fine" di Charlotte Lucas - La recensione del romanzo
"C'è sempre un lieto fine" - La recensione del romanzo di Charlotte Lucas
Un romanzo strano, “C’è sempre un lieto fine” di Charlotte Lucas. Con una protagonista, Ella, altrettanto problematica. Ma la trama era interessante e non ci ho pensato due volte ad acquistarlo… Però, durante la lettura, ho davvero fatto fatica a capire certe dinamiche. Almeno fino al finale.
Sì, con questo libro ho avuto più di un problema, e ve lo racconto subito…
Titolo: “C'è sempre un lieto fine”
Autrice: Charlotte Lucas
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 4 ottobre 2018
Formato: Cartaceo e digitale
Genere: Narrativa contemporanea, rosa
Pagine: 416 pagine
Link per l’acquisto: https://www.amazon.it/sempre-lieto-fine-Charlotte-Lucas/dp/8811605539/ref=tmm_pap_swatch_0
La trama
Emilia Faust, detta Ella, è una squinternata giovane donna
che vive ad Amburgo con Philip, il suo fantastico fidanzato fedifrago. Lei è
una ragazza romantica, sognatrice e sempre a caccia del lieto fine. Per lei una
bella storia non può finire male, non deve. Per questo ha un blog dove ama
riscrivere i finali dei film che finiscono male, trasformandoli in finali lieti
e felici, e ha pure un ottimo seguito.
Un giorno, per caso, scopre di avere le corna che il suo
fidanzato e promesso sposo la tradisce. In preda all’agitazione, scappa sotto
la pioggia, inforca la bici e fugge. Dopo alcuni bislacchi incontri degni di un
trip allucinogeno, si scontra con un tizio, cade dalla bici e sviene. Quando
riprende conoscenza, il tizio non c’è più e l’unica cosa che ricorda di lui è
che se ne andava in giro a piedi nudi. Il tizio è sparito nel nulla ma poi Ella
riesce a trovare il suo portafogli, i suoi documenti e le sue chiavi di casa.
Il tizio si chiama Oscar ed Ella lo cerca dappertutto, invano. Decide quindi,
lasciandosi guidare dall’indirizzo scritto sui documenti, di andare a casa sua
per chiedergli scusa e restituirgli i suoi averi. Giunta lì, però, si accorge
che Oscar ha un problema. Anzi, ha moltissimi problemi, compresa un’amnesia che
chissà quando si risolverà. E lei, che al momento è senza casa e senza un
soldo, decide di aiutarlo perché intuisce che lui ha certamente un passato difficile
e vuole salvarlo. Ci riuscirà?
La recensione
Il mio problema principale, con questa storia, non è stato solo il fatto che la trama riportata fosse completamente diversa da quella che è in realtà la storia (non vi è traccia, nel romanzo, di bigliettini ed enigmatiche annotazioni che cadono dal portafogli). No, il problema non è stato il fatto che abbiano reso più avvincente la trama sapendo di mentire. Il mio cruccio principale è stata proprio lei: Ella, la protagonista. Per buona parte della storia l’ho trovata infantile, bugiarda, approfittatrice e irritante a livelli cosmici. Non che lui, Oscar, mi sia risultato molto più simpatico, intendiamoci. Ma gli atteggiamenti di lei sono stati per me davvero incomprensibili per buona parte della storia. Lei vuole salvare lui a tutti i costi, vuole aiutarlo perché non sopporta i finali amari. Non lo conosce eppure vuole risolvere i problemi di Oscar, a costo di incorrere in azioni discutibili dal punto di vista morale e forse anche penale. E la narrazione che, molto spesso, tende a rallentare non ha di certo aiutato la scorrevolezza della storia.
Ammetto che più volte sono stata sul punto di abbandonare questa lettura. Ma io sono di quelli che raramente abbandona un romanzo a metà, così ho perseverato.
A un tratto mi è però successa una cosa stranissima, mai capitata nella mia carriera di lettrice compulsiva: a pochissime pagine dalla fine, la vicenda cambia ritmo e profondità, svelando la storia di Ella per quella che è realmente, senza fantasticherie. Un approfondimento nudo e crudo che non viene minimamente sfiorato durante le ben 400 pagine (400 pagine!) precedenti, lasciando al lettore, fino a quel momento, solo i comportamenti folli della protagonista. La verità a quel punto ti colpisce in faccia all’improvviso, dopo 400 (400!) pagine. E all'inizio questa cosa mi ha lasciata confusa e poi mi ha commossa perché a quel punto sì, ho capito perché Ella si comportava in maniera infantile e irritante. Alla fine sì, la spiegazione c’è eccome. Ma che fatica riuscire ad arrivare fino a quel punto senza abbandonare definitivamente il libro!
“C’è sempre un lieto fine” mi è piaciuto? Non saprei… Per 400 pagine l’ho trovato assai irritante e poco scorrevole. Si è salvato solo nel finale: quello sì, mi è piaciuto. E io mi chiedo: ma perché relegare la spiegazione di tutto a quella manciata di pagine a poco dalla fine? Perché, nel corso della storia, non seminare qualche indizio che fa intuire al lettore che sì, sotto la superficie c’è tanto altro. Perché dare spessore e valore a un personaggio come Ella soltanto nelle ultime pagine, dico io? Perché non strutturare meglio la storia?
Consiglio con riserva “C’è sempre un lieto fine”: nonostante alcune vicende mi siano risultate talvolta troppo surreali, si tratta comunque di una lettura senza impegno. Munitevi dunque di pazienza e tuffatevi in questa lettura che, alla fine, riuscirà a farsi perdonare con un finale inaspettato e commovente come quelli che la stessa Ella scrive per il suo blog. Quale? Leggete e lo scoprirete!
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