"Un pessimo fine settimana" di Lea Ross - La recensione

 Titolo: Un pessimo fine settimana

Autore: Lea Ross  

Data di pubblicazione:  16 dicembre 2020 

Genere: Chick-lit, narrativa femminile

Formato: Kindle 

Pagine:  126 

Dimensioni file:  1643 KB

Link per l’acquisto: https://amzn.to/3nEvyuM

Contatti autrice: https://www.facebook.com/LibridiLeaRoss

 


"E poi diciamocelo. Quante probabilità una donna ha di trovare l’uomo giusto? Non è un vestito, per cui vai in un negozio e inizi a provartelo e lo cambi se non va bene, e magari lo lasci lì e lo compri solo quando iniziano i saldi.

Su, siamo serie.”

Vic è un po’ sfigata. Ok, mi correggo: Vic è molto sfigata. Per la serie che capitano tutte a lei.

In Vic c’è disagio. Un disagio che oserei definire fantozziano. Soprattutto quando la sventurata  tende a perdersi nei suoi pensieri tortuosi senza tenere d’occhio la realtà che continua a scorrere intorno a lei.

Vic, la simpatica pasticciona appena descritta, è la protagonista di “Un pessimo fine settimana”, romanzo chick lit leggero e divertente - il primo di una trilogia -, scritto dalla bella penna di Lea Ross, che io ringrazio per avermi permesso di leggere il suo lavoro in anteprima.

Ma di cosa parla esattamente il romanzo? Qual è la trama?

No, non vedo traccia di spoiler, leggete pure...

Ludovica detta Vic è una quasi trentenne maldestra, timida, introversa e troppo spesso scollegata dalla realtà. Per vivere scrive necrologi per una rivista la cui dirigenza ha un concetto personalissimo di meritocrazia (e vabbè, niente di nuovo sotto il sole, direte voi), vive in una minuscola casa alla periferia di Roma, l’unica che può permettersi col suo stipendio da fame, è single e ha poche ma fidate amiche. È una ragazza in gamba, molto intelligente e preparata, ma tende troppo spesso a sminuirsi, cosa che è, a mio avviso, all’origine della maggior parte dei suoi problemi. Ha difficoltà ed esprimersi, soprattutto quando è nervosa, nonostante la laurea in Lettere, le mille specializzazioni e il sogno di diventare giornalista.

 "Perché magari penso a una cosa – o a mille, ma questo non è importante ora – e poi dalla mia bocca esce la metà di quello che penso, in maniera spesso disarticolata e inconcludente. È che vorrei dire mille cose e nella mia testa le dico, giuro che lo faccio. Solo che poi, quando si tratta di dirle veramente, non ce la faccio proprio.”

Insomma, non stiamo di certo parlando di una Carrie Bradshaw tutta uscite mondane, uomini e vestiti alla moda. Sì, perché le uniche uscite che fa Vic sono mirate – lavoro, supermercato, casa – e, al massimo, di tanto in tanto si concede qualche uscita con il caso umano di turno per far contente le amiche. Vestiti alla moda? Non ne parliamo! A meno che voi non riteniate che anonimi tailleur marroni dal potere ingrassante siano all’ultimo grido.

Sua Magnificenza Miranda Priestly, che ne pensa di questo tailleur marrone ingrassante? Può confermare quanto appena sostenuto?

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Ci siamo capiti, no?

E ora che avete inquadrato la tizia in esame, immaginatela vivere la sua vita cercando di essere il più anonima e invisibile possibile. Sì, c’è quel piccolo incidete in ascensore o qualche strano incontro accidentale, ma niente di particolarmente incisivo. Solo che Vic non è propriamente un ragazza invisibile (nessuna/nessuno lo è!), anche se non se ne rende conto, e forse qualcuno si è accorto della sua esistenza su questa Terra. Una persona fra le più improbabili, che lei reputa lontanissima dal suo piccolo mondo grigio. Un giovane che lei guarda con timore reverenziale e un pizzico di ammirazione e invidia: il suo nuovo capo. Ma immaginate se questi due, un sabato mattina, rimanessero bloccati in ascensore per ore. Cosa farebbe Vic? E se il tizio cominciasse a farle il terzo grado sulla sua vita privata e professionale? Cosa direbbe l’agitatissima sciagurata? Ma poi, in fondo, chi è davvero questo tizio?

 "Un po’ di musica invece costituirebbe un ottimo sottofondo per le chiacchiere fra colleghi e darebbe qualcosa da fare a chi non ha nessuno con cui parlare tipo me in questo momento. Perché invece di fissare le ante dell’ascensore ed evitare di fissare il tizio accanto a me avrei potuto iniziare a volare di immaginazione cullata dalle note di qualche melodia che magari non ascoltavo da una vita. Una di quelle che mi riporta alla mia adolescenza, ai pomeriggi passati sdraiata sul letto a fantasticare sulla mia via futura e sul mio futuro lavoro. Era un tantino triste a dire il vero, soprattutto se penso che, in quegli stessi momenti, le mie compagne di classe vivevano davvero la loro vita, non si limitavano a immaginarla.”

Ho trovato la lettura di questo romanzo molto piacevole. La narrazione è leggera, accattivante  e divertente e non si può evitare di affezionarsi a Vic e alle sue tante paranoie. Certo, alcune volte si ha voglia di mettersi a urlarle contro che deve smetterla di farsi tutti quei complessi inutili e vivere la sua vita al meglio. Ma chi, almeno una volta nella propria esistenza, non si è mai sentito come Vic?

La scrittura è scorrevole, i dialoghi, intervallati dalle elucubrazioni della protagonista, risultano comunque gradevoli. Punto debole di questo romanzo, a mio avviso, è che finisce troppo presto e proprio sul più bello. Questo, però, non è un problema insormontabile perché “Un pessimo fine settimana” è solo il primo capitolo di una trilogia che promette davvero bene, viste le premesse. E noi non possiamo far altro che attendere questo nuovo e scoppiettante secondo capitolo, che uscirà a breve, per sapere come andrà a finire la storia di Vic e se finalmente riuscirà, una buona volta, a farsi valere per la donna fantastica e intelligente che è. A prescindere dal tailleur marrone, certo.

Infine, consiglio “Un pessimo fine settimana” a tutti coloro che amano le letture leggere e divertenti, a chi desidera rilassarsi qualche ora e scacciare i pensieri molesti con una buona lettura e soprattutto a chi, almeno una volta, si è sentito un po’ come Vic: inadeguato, impacciato, disagiato. Sfigato.

Buona lettura e al prossimo capitolo di “Un pessimo fine settimana”!

 

 

 

Commenti

  1. Allora ti dico perchè mi sono già convinta ad acquistarlo dopo aver terminato tutte le letture in corso, quindi presumo per Gennaio....Tutti noi siamo stati Vic almeno una volta, quindi quando i personaggi sono così reali da immedesimarsi mi fanno ancora più simpatia....

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    1. Sì, credo che un po' tutte, almeno una volta, siamo state Vic. E poi è talmente incasinata da risultare simpaticissima! Te lo consiglio, è comunque breve e si legge in un pomeriggio o due.

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