“Spettri di frontiera” di Ambrose Bierce - La recensione
Titolo: “Spettri di frontiera”
Autore: Ambrose
Bierce
Editore: Adiaphora Edizioni
Data di uscita: 10
dicembre 2019
Genere: horror, gotico, raccolta di racconti, letteratura americana
Formato: Kindle e
cartaceo
Dimensioni file: 2623 KB
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Lunghezza stampa: 280
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“«Alcuni di voi, solo pochi, lo confesso, credono nell’immortalità
dell’anima e in apparizioni che non avete l’onestà di chiamare fantasmi. Non mi
spingerò oltre alla convinzione secondo la quale i vivi, a volte, vengono visti
dove non si trovano, ma si sono trovati… Dove hanno vissuto così a lungo, forse
così intensamente, da aver lasciato la propria impronta su tutto ciò che
avevano attorno. […]»”
Una serie di racconti brevi dal sapore gotico. Una raccolta di
storie dalle atmosfere piovose, notturne, orrorifiche, oniriche, spettrali.
Case infestate, fitte foreste maledette, misteriose possessioni, inspiegabili
omicidi e apparizioni improvvise che spezzano l’oscurità e il senno di chi le
osserva. C’è questo e molto altro in “Spettri di frontiera”, raccolta di
racconti dell’orrore ad opera del famoso scrittore, giornalista, favolista e
soldato statunitense Ambrose Bierce (1842-1914)
ed edita da Adiaphora Edizioni, che ringrazio per avermi permesso di colmare la
mia imperdonabile lacuna nei confronti di questo autore. Un autore che ho
scoperto essere interessantissimo, soprattutto per una come me, cresciuta a
pane al cioccolato ed Edgar Allan Poe.
Ma di cosa
parlano di preciso questi racconti brevi dal ritmo serrato e dal finale
spesso spiazzante?
Le storie
sono varie e svariate: c’è il racconto sulla classica casa infestata da
simpatiche e chiassose presenze notturne – l’ideale per chi soffre d’insonnia!
- e il racconto del fantasma in piena crisi d’identità; ci sono racconti di
apparizioni fantasmagoriche e storie su allegri presagi di morte; c’è la storia
del tizio che si risveglia inspiegabilmente in una stanza piena di cadaveri –
no, non si era scolato tutto il reparto alcolici della drogheria più vicina – e
la storia del fantasma burlone che ha la mania di bussare nel momento meno
opportuno. Ci sono poi vicende che riguardano vecchi omicidi irrisolti che
tornano prepotentemente d’attualità nelle vite di fortunatissimi viandanti o
parenti dei compianti dipartiti di turno, ma anche vivacissimi spettri che
raccontano la loro terribile storia a ignari tizi incontrati per puro caso,
divertendosi a terrorizzarli ché la vita da spettri deve essere di una noia
mortale. E poi c’è lui, il racconto che più di tutti mi ha colpito, ossia “La
finestra sbarrata”.
“C’è un punto in cui il terrore può trasformarsi in follia, e la
follia incita all’azione.”
Leggendolo, mi sono accorta di come l’autore sia magistralmente riuscito
a creare, con poche e semplici parole, una tensione crescente riportando solo minimi
ma precisi dettagli. Dei dettagli asettici riguardo a quanto accade, con una
narrazione che riesce a trasmetterti un’inquietudine pazzesca, immergendoti per
intero in un’atmosfera che riesci a vedere e a sentire come se anche tu fossi
lì, immerso nel buio più assoluto, assieme al terrorizzato Murlock. Una
tensione che cresce anche nel lettore, fino al finale reso terrificante da
quell’unica e ultima frase che mette i brividi.
Ma queste appena sciorinate sono caratteristiche ovviamente presenti un po' in tutti i racconti della raccolta, tutti scritti egregiamente e ognuno dal grande impatto che oserei definire visivo e uditivo, come se ogni frase avesse l'oscuro potere di trasportare il lettore nella vicenda, portandolo al centro di situazioni angoscianti, talvolta spaventose.
“Considerato un successore di Edgar Allan Poe e un antesignano di
H.P. Lovecraft, scrisse alcune delle più sconvolgenti e cruente storie
dell’orrore della letteratura di lingua anglosassone.”
(Prefazione
a cura di Matteo Zapparelli Olivetti)
In conclusione, ho gradito moltissimo questa lettura a tratti
surreale, colma di figure spettrali sempre indefinite, inafferrabili e per questo
ancora più inquietanti. Si tratta insomma di racconti dominati da un tipo di
orrore psicologico quasi inconscio, che ti serpeggia sottopelle e ti arriva
dritto alla mente, come a seguito di uno scalpiccio appena udibile sul
pavimento mentre sei da solo a letto, immerso nell’oscurità della notte durante un
temporale. Consiglio dunque questa lettura innanzitutto a chi ama Poe e
Lovecraft – e se non avete mai letto nulla di questi due egregi signori, vi consiglio
di colmare questa lacuna immediatamente -, ma anche a chi, più in generale, ama
le storie di spettri e di case infestate, storie di solitari deliri di vivi e
tremende vendette di morti, fra boschi isolati abitati da creature mostruose e tuttavia evanescenti come la luce di un pallido crepuscolo
invernale fra le montagne più sperdute.
“La genuinità e il livello artistico degli oscuri presagi dei
racconti di Bierce sono inconfondibili, al punto da rendere la sua fama
ineclissabile.” - H.P. Lovecraft
E se lo diceva Lovecraft!
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