"Il morso della vipera" di Alice Basso - La recensione del romanzo

Titolo: Il morso della vipera

Autrice: Alice Basso

Editore: Garzanti       

Data di pubblicazione: 2° edizione, 2 luglio 2020   

Pagine: ‎320 pagine    

Formato: Kindle e cartaceo      

Genere: Giallo, giallo storico, narrativa    

Link per l'acquisto: https://amzn.to/3TtAUZx

 

La seguo da anni, adoro quello che scrive e come lo scrive e i suoi romanzi sono per me un toccasana contro i mali della quotidianità. Sto parlando ovviamente di Alice Basso, autrice della spassosissima serie di romanzi su quella ragazzaccia di Vani Sarca e ora artefice di una nuova storia, con una protagonista - quella sgallettata di Anita - altrettanto singolare. “Il morso della vipera”, giallo storico con sfumature rosa edito da Garzanti, è il primo di tre romanzi e, a mio avviso, promette davvero bene.  

Ma di cosa parla il romanzo? Qual è la trama?

Niente spoiler, promesso!

Torino, 1935. Anita è una bellissima ragazza che, quando può, dà una mano nella tabaccheria di famiglia e sogna di sposare il bel Corrado. Ma Anita non è solo questo: lei è molto più di quel che sembra (e di quel che crede) perché è arguta e ironica, nonostante all’occorrenza si finga svampita.

Un bel giorno, il caro Corrado le chiede finalmente di sposarlo e di avere con lui sei (sei!) figli. Anita, inaspettatamente, ne resta un po’ spiazzata e, non sa nemmeno lei il perché, dice di sì ma a patto di poter lavorare prima del matrimonio. La ragazza è parecchio brava con le parole, sa come intortare la gente, e fa credere al buon Corrado che questa sia la soluzione giusta per prepararsi al suo futuro di massaia sforna marmocchi. No, non un modo di prender tempo, solo una preparazione alla vita che li aspetta assieme. E Corrado ci sta. Anita, però, a scuola era una capra e l’unico colloquio che può sostenere è quello da dattilografa per una casa editrice. Qui, però, nonostante la scarsa preparazione, dimostra subito di essere sveglia e ottiene il lavoro. La casa editrice che l’assume pubblica la popolare rivista Saturnalia, con racconti gialli americani tradotti e racconti con protagonista il commissario, in uno stile tanto caro al Regime. Non si dimentichi, infatti, la censura fascista tanto in voga all’epoca che, come una scure, si abbatteva su ogni aspetto della vita, cultura compresa. Anita trascrive tutto il giorno sulla Olivetti queste storie che l’(affascinante)scrittore Sebastiano Satta Ascona, detto anche Satta Coso, traduce e crea. E inizierà per la prima volta a capire che le storie che riporta, le poesie e i libri non sono poi tanto barbosi come credeva e che una manciata di parole stampate nero su bianco possono cambiarti la mente e la vita. Sarà forse per questo che, quando un’anziana donna viene arrestata per aver accusato un eroe di guerra di essere un assassino, Anita comincia ad avere dei dubbi e a ragionare più del solito. E un’intuizione la condurrà inevitabilmente  sulle orme di un’indagine stavolta non più cartacea.

Punto forte de “Il morso della vipera” sono, secondo me, i personaggi del romanzo, descritti e raccontati in maniera talmente vivida che ti sembra di vederli, di conoscerli. È successo con Vani Sarca e il commissario Berganza e ora, con questo nuovo romazo, la magia si ripete.

Alice Basso è in grado di dar vita a personaggi così ben caratterizzati che, una volta conclusa la lettura del romanzo, ti mancano come se fossero amici che hai appena salutato ma che sai non rivedrai tanto presto. I dialoghi, poi, sono brillanti e frizzanti e la narrazione – e che ve lo dico a fare? – impeccabile come sempre. Leggere i romanzi di questa autrice è per me sempre un piacere anche per questo: la sua scrittura fluida e ben impostata ti aiuta a far pace con la lingua italiana, rivelandosi ogni volta un’oasi di tregua in un mondo di irripetibili refusi.    

L’amore per la scrittura e per la lettura, poi, è presente in tutta la narrazione. Succede con Vani Sarca e succede ora anche con Anita.

Il contesto storico, quello del 1935 in una città come Torino, è complesso e sfaccettato, ma nonostante la drammaticità del periodo la lettura risulta comunque leggera, anche se molto più impegnata rispetto ai romanzi su Vani Sarca. Le scene e le vicende d’impatto vengono comunque affiancate da ragionamenti ironici o addirittura da siparietti comici senza mai risultare fuori luogo, ed è una cosa che ho gradito davvero tanto. Non tutti gli autori possono o riescono a farlo. Alice Basso sì, ci riesce eccome.

Sono molto curiosa di sapere in che modo Alice Basso abbia continuato a raccontare le vicende di Anita. Sappiamo tutti cosa è successo nel ’35 e nei terribili anni che seguirono, per questo sono parecchio interessata a leggere come le vicissitudini della nostra sveglia dattilografa proseguiranno, incastrandosi nel difficile contesto storico.    

Insomma, questo primo capitolo è stato per me parecchio gradevole. Una lettura leggera ma non troppo, colma di spunti di riflessione ma anche di momenti spassosi. Un bel miscuglio ben calibrato che fa de “Il morso della vipera” una lettura adatta a tutti e che consiglio a chi desidera svagarsi restando comunque con i piedi ben piantati per terra.  


 

Commenti

  1. Ammetto che è una scrittrice che mi incuriosisce, anche la storia merita direi!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E ti consiglio anche tutta la saga su Vani Sarca che è uno spasso, a cominciare da "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome"!

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari