"Quando Borg posò lo sguardo su Eve" di Annarita Stella Petrino - La recensione


Titolo:  Quando Borg posò lo sguardo su Eve
 Autore: Annarita Stella Petrino   
Editore:  Tabula Fati edizione
Collana: Sci-Fi collection
Anno edizione: 22 ottobre 2019 
Genere: Fantascienza   
Formato: Cartaceo
Lunghezza stampa: 205  




I capelli biondi e ricci ondeggiavano al vento e gli occhi verdi risplendevano nella luce del tardo pomeriggio. Corse lungo il viale che portava al Cancello Ovest, mentre ai suoi lati scorrevano le alte piante di valanchi bianchi in fiore. I grandi fusti si incurvavano nella parte finale, andando a incontrare quelli del lato opposto in un inestricabile abbraccio. I suoi stivaletti in cuoio nero bollito con il tacco rinforzato assunsero un curioso colorito bronzeo a causa della terra del viale che era di un rosso acceso. Il Cancello chiuso si stagliava imponente davanti a lei, un insieme di sbarre di iridio dritte e slanciate che gettavano lampi azzurri tutt’intorno.

Leggendo le righe qui sopra, si potrebbe quasi pensare che questa sia l’ennesima storia sull’ereditiera bellissima e viziata di turno che si innamora dell’affascinante ma poveraccio stalliere di nome Andrew – non so perché mi è venuto in mente questo nome, non chiedete, abbiate pietà… - , con buona pace dei genitori di lei, freddi e calcolatori, che cercano da sempre di piazzarla con l’antipaticissimo e brusco uomo d’affari da loro scelto, in un matrimonio combinato economicamente vantaggioso e senza amore. Ma basta continuare di poco con la lettura per comprendere che “Quando Borg posò lo sguardo su Eve”, scritto dalla bravissima Annarita Stella Petrino  ed edito dalla Tabula Fati Edizione, in realtà racconta altro e sa trasmettere un fondamentale messaggio che in troppi, oggi, hanno dimenticato e che invece andrebbe ripetuto fino allo sfinimento, fino all’esasperazione: la superiorità di una razza sull’altra è un’enorme, immensa e gigantesca stupidaggine.   
Ma procediamo con ordine. Di cosa parla esattamente il romanzo?

Niente spoiler, promesso!

Siamo in un futuro forse e ahinoi non tanto lontano dove, dopo cataclismi, epidemie e lotte continue per accaparrarsi le ultime risorse della Terra, gli esseri umani hanno quasi portato al collasso il pianeta e il genere umano. E dopo questo periodo di grandi disastri, il mondo aveva bisogno di essere ripopolato e ricostruito, e per farlo gli esseri umani, con indicibili esperimenti genetici, hanno creato i borg (no, non quelli di Star Trek), una versione “aggiornata” degli esseri umani, più resistente e forte e intelligente. Ma come è ovvio che accada, i borg prendono presto il sopravvento sugli esseri umani, sottomettendoli. Ma di tutto questo Lilandra Nassir, la giovane borg protagonista della storia, all’inizio non sa un tubo.
La storia si svolge durante la Sedicesima Primavera e Lilandra vive spensierata e felice nella Tenuta della sua potente e ricchissima famiglia, beatamente circondata e servita da servitori  umani che però lei tratta alla pari, senza farsene un cruccio. Tant’è vero che si innamora, ricambiata, di uno di loro. I due piccioncini non tardano a confabulare e a progettare un futuro insieme lontano dalla Tenuta dalla quale Lilandra non è mai uscita, ma qualcosa va storto. Anzi, affermare che qualcosa va storto direi che è un eufemismo. Sì, perché la vita di Lilandra da quel momento, da quella terribile sera in cui qualcosa va storto, cambia totalmente e lei inizia finalmente ad aprire gli occhi sulla realtà, quella nuda e cruda che c’è fuori dal suo mondo fatato racchiuso nella lussuosa Tenuta. E apre gli occhi anche su altre questioni che riguardano la sua famiglia e la sua vera natura. Comincerà a quel punto una ricerca spasmodica della verità da parte della ragazza, che crescerà, maturerà in maniera sorprendente. E scoprirà qualcosa che la cambierà per sempre, in un vivace turbinio di fughe, tradimenti, segreti, omicidi, complotti e bugie. Fino al decisivo finale.

In alto, Lilandra in un momento particolarmente gioioso della storia

Non credo che la definizione di fantascienza sociale sia eccessivamente forzata per questo romanzo (se volete  sapere di che cavolo sto parlando, scrivo di fantascienza sociale proprio qui) colmo di significativi messaggi e similitudini e analogie e metafore che si potrebbero tranquillamente applicare al mondo odierno e passato. Anche a quelle pagine di storia che in troppi dimenticano ma che invece andrebbero studiate e ristudiate fino all’esaurimento. Si parla della superiorità di una razza su un’altra, di lotte fratricide e conflitti tra creatori e creature, di schiavitù, di ingiustizie e ribellioni e della prigionia e della morte di innocenti per volere di esseri che si ritengono superiori. Ma non tutti i borg – la razza ritenuta superiore – sono ugualmente arroganti, Lilandra in primis. E lei farà l’impossibile per far sì che quella sua visione (e non solo sua) cambi finalmente quel mondo pieno di sopraffazioni e orrori. Ed è proprio la figura della protagonista a reggere l’intera storia, con una forza e una determinazione che non si placa mai, nemmeno davanti alle tante difficoltà e alle brutture che il destino le riserva. Una figura interessante, quella di Lilandra, che si trasforma, cresce, che lotta per le sue idee in maniera tenace e che pare quasi suggerirci quella sua determinazione nelle nostre piccole e grandi battaglie quotidiane.
La storia, nel complesso, è narrata in maniera fluida, le descrizioni sono efficaci e i personaggi principali ben caratterizzati. Le ambientazioni e il tipo di vicende, durante la lettura, portano alla mente tante celebri storie di fantascienza narrate dal cinema e dalla letteratura (e se avete letto almeno un romanzo di Asimov sapete di cosa parlo). L’unico appunto che potrei fare sul lavoro di Annarita Stella Petrino è quello relativo ai tanti nomi che, soprattutto nel finale, mi hanno creato un po’ di disorientamento. Ma sappiate che solitamente mi dedico alla lettura non prima delle undici di sera, quindi il problema è sicuramente stato generato dalla mia mente rincretinita tipica di quell’ora tarda (ma non è che durante il giorno la mia mente sia tanto più scattante, devo ammetterlo…) e non a una qualche pecca dell’autrice.

Infine, consiglio caldamente questo bel romanzo soprattutto a chi ama la fantascienza in ogni suo genere e forma, a chi adora le protagoniste forti e determinate e a chi apprezza le storie piene di intrighi e segreti da svelare. In tal caso, Lilandra e le sue rocambolesche vicende non vi deluderanno, miei cari e stimati amici fantascienziati!

Commenti

  1. Grazie di vero cuore per la bellissima recensione!!! Leggete il libro mi raccomando! E se volete una copia autografata corredata da un bel ritratto di Lilandra contattatemi pure!!!

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