"L'Abbazia di Northanger" di Jane Austen - La recensione del romanzo classico della letteratura
Quando il tempo per leggere scarseggia, i duri devono ingegnarsi per continuare a giocare. E Spotify, in questo, si rivela sempre molto utile. Tanti sono i romanzi disponibili sull’app, soprattutto grandi classici della letteratura. E tra questi, anche qualche romanzo di quella immortale mattacchiona di Jane Austen. E potevo io, tra pulizie di pavimenti e spadellamenti in cucina, perdermi un classicone come “L'Abbazia di Northanger”? Certo che no!
Titolo: L'Abbazia di Northanger
Autore: Jane Austen
Genere: Classico della letteratura, romanzo di formazione, satira
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Non avevo mai letto “L'Abbazia di Northanger”che, a quanto pare, è tra i romanzi meno conosciuti di questa grande autrice, il primo ad essere ultimato ma pubblicato solo postumo, nel 1818. E dimenticatevi delle varie Elizabeth Bennet o Anne Elliot. Qui la protagonista Catherine Morland non ha nulla a che fare con loro. Sì, perché Catherine è ingenua, troppo onesta e, spesso, vagamente esasperante…
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Essù, Catherine, e basta con 'ste storie gotiche! |
Ma di cosa parla il romanzo? Qual è la trama?
Catherine Morland è una squinternata un po’ svampita con la fissa per le storie gotiche. Legge romanzi gotici con la stessa facilità con cui io mangio nutella direttamente dal barattolo. E con altrettanta facilità, Catherine tende ad autosuggestionarsi pensando a quelle letture, talvolta spaventandosi inutilmente da sola. Un po’ come facevamo noi da ragazzini dopo aver visto di nascosto un film dell’orrore. Non so se rendo l’idea…
Un bel giorno, i coniugi Allen, stimati vicini di casa dei Morland, invitano la ragazza a trascorrere con loro qualche settimana di vacanza a Bath, tra svaghi e divertimenti. Qui, dopo un inizio un po’ difficoltoso, Catherine, tra balli e spettacoli a teatro, conosce la cara Isabella Thorpe, altrimenti detta “anima mia”, che diviene subito best friend forever della Morland. Isabella è, a tutti gli effetti, l’amica che, una volta o l’altra nella vita, un po’ tutte/i abbiamo avuto… E anche John, fratello di Isabella, è il ragazzo che un po’ tutte/i abbiamo incontrato almeno una volta nella vita… Ma non finisce qui, perché tra le nuove conoscenze c’è anche Henry Tilney, giovanotto che Catherine sembra prediligere, e la sorella di questi, la dolce Eleanor.
La situazione si fa più intrigante quando Catherine viene invitata presso la residenza dei Tilney, l'ex abbazia di Northanger. Luogo che, solo a sentirlo nominare, subito suggestiona la nostra giovane protagonista. Ed è così appassionata di storie spaventose che inizia a pensare immediatamente a situazioni cupe e terrificanti fra le pareti dell’antico edificio. Ma le cose andranno davvero così? E cosa nasconde lo strano comportamento di quel simpaticone del Generale Tilney?
Fra
malintesi, figure demmer… poco edificanti e situazioni poco chiare, Catherine
dovrà affrontare vicende complesse che la porteranno a crescere e maturare. Forse.
O forse no?
Devo ammetterlo, leggere “L’Abbazia di Northanger” mi ha divertita non poco. Del resto, l’intento della Austen era satirico: la storia è una parodia del romanzo sentimentale e gotico che, all’epoca, era tanto in voga, anche se apparentemente tanto detestato. Un po’ come succede oggi con i romanzi rosa: tutti li aborrono apertamente ma le vendite e la popolarità di questo genere non ha freni…
La protagonista del romanzo è una sorta di anti-eroina, una ragazzina ingenua e poco sveglia che, nonostante la sua poca scaltrezza in più di un’occasione, non può che suscitare simpatia con le sue manie e fissazioni. Io,tra l’altro, alla sua età ero molto peggio di lei, quindi non è che posso giudicarla più di tanto. Anche se, in più di un’occasione, avrei voluto scuterla per le spalle e urlarle “Svegliati, bella di zia, e su!”, ma va be’.
Molte sono le riflessioni e gli spunti presenti nella narrazione, talmente attuali che si fatica ad accettare che siano stati scritti oltre due secoli fa. Dalla manipolazione mentale all’ipocrisia della società e di alcune relazioni, dalla vacua vanità all’affetto più che interessato di alcuni individui. Uno spaccato della società tra Settecento e Ottocento che la Austen, ancora una volta, sa tratteggiare con maestria, rendendo i suoi personaggi vividi e, in un certo senso, attuali.
Insomma, “L'Abbazia di Northanger” non sarà di certo il romanzo migliore di Jane Austen – e sicuramente non quello che vi farà sognare a occhi aperti il Mr Darcy di turno – ma, se amate gli scritti di questa autrice, è un romanzo che non dovete assolutamente perdervi!
Non lo conoscevo, ma adesso mi sento in DOVERE di correre ai ripari!!!
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