BLOG TOUR! "L'usurpatore" di Emanuele Rizzardi - I personaggi del romanzo



Titolo: L'usurpatore
 Autore: Emanuele Rizzardi          
Anno edizione: 5 marzo 2020  
Genere: Romanzo storico    
Formato: Kindle e cartaceo  
Lunghezza stampa: 432    
Dimensioni file: 3840 KB



Sì? Cosa c’è? Ah… dite che tocca a me? Ok, presente… sono pronta!


“Le mie fantasie di gloria e conquista stavano già volando, sapevo che non mi sarei limitato a preservare le terre, avrei fatto qualcosa di grandioso, avrei riconquistato tutta l’Asia con la spada e il vessillo dell’impero. Sarei stato io, il nuovo Belisario, e il nuovo Alessandro Magno. A pensarci ora, mi sento veramente ingenuo.”

Ed eccoci giunti alla fine di questo interessante blog tour con l’ultima tappa, quella relativa all’analisi dei personaggi di questo romanzo che nel complesso ho trovato entusiasmante e che mi ha stregata dalla prima all’ultima pagina. Ma questa non è una recensione (oggetto della prima tappa di questo blog tour e che trovate qui), è un’analisi dettagliata dei personaggi principali del romanzo “L’usurpatore” di Emanuele Rizzardi, quindi darò per scontato che conosciate già il periodo storico, abilmente analizzato dai colleghi nelle loro tappe (per ulteriori dettagli storici, trovate gli approfondimenti degli altri blog qui, qua e anche qua) ma, al contempo, cercherò di non spoilerare troppo le vicende nel rispetto dell’autore e di chi ancora non ha letto il romanzo o non ricorda per bene la storia. Mi concentrerò, insomma, sull'analisi dei personaggi romanzati, con qualche breve accenno a quelli storici. Bene, per cui non divaghiamo, non facciamo troppe giravolte e andiamo diritti al punto che più ci interessa. Poi magari, quando avremo finito, potremo anche parlare d’altro, tipo della tendenza dei nomi più cool del XIII-XIV secolo, magari mentre prendiamo un fantastico aperitivo tutti insieme. Naturalmente ognuno da casa propria.

I personaggi di questo romanzo storico sono tanti, ma questo l’avrete capito già da soli. Si tratta spesso di personaggi realmente esistiti (ma che osservazione acuta la mia!), personalità che hanno influenzato la Storia come il basileus Andronico II Paleologo e ovviamente Alessio Filantropeno. Ed è proprio quest’ultimo che racconta in prima persona la vicenda, in forma epistolare, scrivendo una lunga lettera al figlio secondogenito Michele quando egli è ormai, pare, alla fine della sua vita (ma la sua vita continuerà ancora per un po’ e Andronico, in quel periodo, lo riabiliterà affidandogli altri incarichi). La lettera è scritta da Alessio nel 1324 e le vicende sono quelle del 1293-1295, con il racconto della sua spedizione in Asia e di tutto quello che gli è capitato prima e dopo quegli accadimenti che hanno cambiato per sempre non soltanto la sua giovanissima vita. Sì, perché Alessio, quando parte da Tessalonica e guida il suo esercito in Asia, ha appena ventidue anni. E non so cosa facevate voi a ventidue anni ma la cosa più ardita che facevo io era prenotare le visite mediche da sola. Bon. Dicevamo? Ah, sì! Alessio è giovane, certo, ma  è anche un generale dell’esercito, appena nominato doux d’Asia,  e il nipote del basileus Andronico. Ma non fatevi ingannare da tutti questi bei titoli perché Alessio, oltre a essere costantemente ligio al suo dovere di soldato e uno stratega e combattente coraggioso e abile, è anche umile, conciliante, fortemente idealista, riflessivo. E leale, soprattutto leale. Talmente leale da pensare che tutti siano onesti come lui, purtroppo spesso peccando d’ingenuità e pagando per questo. E tanto idealismo può essere comprensibile, data la sua giovane età.

“Pensai a quanto la guerra divide gli amici, le famiglie e gli uomini; il mestiere del soldato è sporco e ingrato, poco importa se si fa per la volontà di Dio e di un basileus, l’unico vero sovrano è il dolore e la morte.”

Ma Alessio non è solo un soldato al servizio dell’Impero e di quel simpaticone di suo zio Andronico (quest’ultimo probabilmente nominato zio dell’anno per aver spedito l’entusiasta e ignaro nipote a difendere i suoi possedimenti con il solo aiuto di un esercito improvvisato e insufficiente). Alessio è anche uno che pensa, che riflette, che sa temporeggiare nella speranza di trovare un accordo pacifico, evitando così di mettere subito mano alla spada. Ed è anche grazie a questo suo tratto caratteriale che si guadagnerà molte alleanze utili e l’appoggio delle tribù turche che si uniranno al suo esercito. E Alessio saprà andare oltre talune differenze religiose e culturali, instaurando delle vere e proprie amicizie nel suo esercito, nonostante la precaria situazione, dando vita a una politica di integrazione e convivenza pacifica che decreterà il suo successo lampo.
È quindi un personaggio molto moderno, ha degli ideali e dei valori che cerca di perseguire, nonostante le crudeli circostanze, spesso, glielo impediscano. Ideali che gli causeranno dilemmi non di poco conto, dato che a un certo punto dovrà decidere se seguire gli ordini dello zio oppure le proprie idee. E non so come fosse caratterialmente il personaggio storico, ma nella realtà Alessio Filantropeno temporeggiò davvero tanto dopo la sua ribellione e durante i negoziati con lo zio. E per questo pagò.

Attorno ad Alessio, poi, ruotano molti personaggi, e non solo militari. Innanzitutto c’è la sua giovanissima moglie Teodora (personaggio storico, oltre che letterario) che lo segue in Asia senza fiatare – e visto il periodo e il fatto di essere sposata con un generale, non avrebbe di certo potuto dire la sua – ma con la quale si instaura via via un rapporto tenero, pieno di complicità che sfocerà in seguito nell’amore (cosa singolare per un classico matrimonio combinato di quei tempi). C’è l’inseparabile amico Angelo Lo Straniero, una sorta di sacerdote e medico scanzonato che, però, accompagnerà Alessio nella sua impresa solo per un breve periodo. Vi è poi Costante, gigantesco soldato comandante della guarnigione Cretese, fedele al basileus Andronico e braccio destro di Alessio nella gestione dell’armata durante la difesa delle province asiatiche dalle incursioni barbare; questo è probabilmente l’unico personaggio che io ho trovato un po’ stereotipato, troppo “trasparente” per il ruolo che andrà in seguito a ricoprire. Non posso dire altro per non spoilerare, vi basti sapere che Costante è il classico soldato che fa il suo dovere ed esegue ciecamente gli ordini, che è sospettoso e facile alla collera e che talvolta battibecca con gli altri per questioni futili, come un ragazzino attaccabrighe non particolarmente maturo. E se Costante è il braccio destro di Alessio, il turco Osman è il suo valido braccio sinistro: lui è il comandante dei Turchi che si uniscono all’esercito del doux ed è taciturno, astuto, coraggioso e soprattutto leale con Alessio. Talmente leale che anche lui riesce ad andare oltre le loro differenze, in nome di uno scopo comune e forse di un’amicizia sincera. E anche in questo personaggio si cela in realtà una personalità storica molto importante, cioè quella di Osman I, sovrano capostipite della dinastia ottomana, come ci spiega anche Alessio nell'epilogo del romanzo.  

"Che dire di Osman? Lui fu furbo e seppe cogliere l’occasione riuscendo a convincere il grosso dei Turchi a seguirlo, promettendogli una terra ricca da difendere dai Mongoli e dai Romani. Esatto… anche dai Romani. La pace era finita, senza di me Osman non aveva motivo per restare fedele all’impero, tantomeno con Andronico come capo."

Con lo scorrere delle pagine troviamo anche Michele l’Armeno, praticamente raccattato da Alessio a Dardanellia tra i disperati profughi fuggiti dalle incursioni turche e bloccati lì per ordine di quel mattacchione del basileus Andronico. Michele l’Armeno è un filosofo e precettore e si rende subito utile fornendo ad Alessio preziose informazioni su quella che è la reale situazione delle terre che sta andando a difendere. Situazione che Alessio non conosceva a fondo, visto che lo zio dell’anno lo ha mandato del tutto allo sbaraglio in giro per l’Asia. Michele l’Armeno è saggio e sarà un buon consigliere e una valida guida per Alessio.

“Michele fece un cenno di assenso. «Ma non è la vita stessa, un continuo e unico paradosso? Non siamo forse noi il risultato di azioni volute da altri, che spesso combattono con la nostra coscienza interiore?».”

Inutile dire che Michele l’Armeno è uno dei personaggi che ha attirato maggiormente le mie simpatie insieme al suo amico Teodoro, a capo del gruppo di mercenari chiamati la Compagnia della Croce - che si unirà all’esercito di Alessio -, e di sua figlia, affettuosamente chiamata la Bastarda. No, non in senso brutto e spregiativo perché suo padre Teodoro, che la appella da sempre così, la ama in maniera incondizionata. In sintesi la Bastarda è una donna guerriera dal volto deturpato e il fisico mascolino, abile e feroce in combattimento e che parteciperà alle battaglie al fianco di Alessio Filantropeno, a capo della Compagnia della Croce, nonostante il suo sesso le causi qualche iniziale incomprensione con il doux d’Asia e soprattutto con i comandanti delle altre guarnigioni. E non tutti riusciranno ad accettarla, nonostante il suo valore venga costantemente dimostrato. Il suo rapporto con il padre è tuttavia tenero e affettuoso, nonostante entrambi siano spietati mercenari amanti delle battaglie. Personalmente, ho adorato davvero questi due personaggi. Non so a chi l’autore si sia ispirato per loro ma li ho trovati davvero interessanti con quelle loro personalità multi sfaccettate e le loro storie che vengono rivelate lentamente. Storie tristi e terribili, certo, ma che restano impresse.
Infine, tra tutti gli altri personaggi secondari del romanzo, una mia menzione d’onore va al giovanissimo Filippo, soldato Cretese dodicenne pavido, piangente, timido, poco adatto a una guerra. Praticamente un bambino che Alessio cercherà di proteggere ogni volta che può e che, in seguito, avrà un ruolo molto importante nella storia. Durante la lettura vi consiglio di tenerlo d’occhio!

E con la mia analisi dei protagonisti principali di questo bel romanzo storico, si conclude questo interessante blog tour che ci ha tenuto compagnia con tanti spunti e nozioni interessanti su ciò che amiamo di più, vale a dire storie di vite passate che la letteratura, supportata dalla memoria storica, cerca di farci rivivere. Come ha magistralmente fatto Emanuele Rizzardi con questa sua bella prova letteraria.

E voi che avete letto il romanzo, quale personaggio avete amato? Quale avete odiato? E cosa pensate dello zio dell’anno e della sua immensa tirchieria? E avete mai pensato, durante la lettura del romanzo, a quanto sicuramente sarebbero  stati spassosi i pranzi di Natale nell’amabile casa dei Paleologi?

Qui in basso e in alto trovate le altre tappe del tour e i nomi dei blog che si sono occupati del romanzo “L’usurpatore”. 

Au revoir!






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