"Jingu. La leggenda di un'imperatrice" di Laura Silvestri - La recensione
Titolo: Jingu. La leggenda di
un'imperatrice
Autrice: Laura Silvestri
Genere: Fantasy
Formato: cartaceo e kindle
Copertina flessibile: 158
pagine
Dimensioni file: 362
KB
Lunghezza stampa: 136
Editore: Watson (14 maggio 2019)
Collana: TrueFantasy
Link per l’acquisto: https://www.amazon.it/Jingu-unImperatrice-TrueFantasy-Laura-Silvestri-ebook/dp/B07XZNS7SM/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1565088438&sr=8-25
“«Ah, le profezie. Sono come le fiamme, vanno bene sia per
distruggere una casa che per scaldarla durante l’inverno. Sta a chi le
maneggia farne l’uso più saggio».”
Jingu è una potente guerriera abile nell’arte della spada, ma è
anche la consorte di quel simpaticone dell’Imperatore Chūai del Giappone. Talmente simpaticone, lui, che riesce persino ad attirarsi le
antipatie di un kami (cioè spirito, divinità) a caso. Kami che, per rimarcare
di non essere meno simpaticone del suddetto, decide che Jingu debba arricchire
la serie di sfighe della sua vita con una bella profezia. Una profezia che porterà
Jingu a sfidare oni, yokai, yurei e tante altre fantasmagoriche e
simpaticissime presenze pur di venirne a capo.
Questo è più o meno il succo della mitica vicenda narrata in “Jingu.
La leggenda di un'imperatrice”, romanzo tra lo storico e il fantasy scritto dalla
sempre bravissima Laura Silvestri ed edito dalla Watson Edizioni.
Ma di cosa parla di preciso il romanzo? Qual è la trama?
Niente spoiler, promesso! |
Giappone, Regno di Yamatai, II secolo. Jingu è
nobile, forte, giovane e bella. Si prepara a diventare signora dell’isola di
Tsushima e, nel frattempo, si allena nell’arte della spada con il bel
Hondawake, suo promesso sposo di cui lei è innamorata persa ed è pure
totalmente ricambiata. Ha anche una sorella(stra) un po’ singolare, Himiko,
costantemente bullizzata per via del suo essere tanto originale. Tipo che il
suo passatempo preferito, predire il futuro e parlare con gli spiriti, le ha
valso il lusinghiero appellativo di strega.
Un giorno,
alla fine degli allenamenti e dopo una visita a Himiko, arriva un notizione che
sconvolge per sempre la vita e la felicità di Jingu. L’imperatore, Chūai il
simpaticone, l’ha chiesta in sposa, ed è una richiesta che non si può
rifiutare, anche se lei è già fidanzata. Cioè, lui è l’imperatore del Giappone,
mica pizza e fichi. Ritroviamo dunque Jingu dopo cinque anni al fianco dell’ormai
marito. Ed è proprio allora, al cospetto di Himiko che è divenuta nel frattempo una
sacerdotessa molto potente, che Chūai si attira le ire del kami. Tipo che il
kami, tramite Himiko, gli promette una bella terra da conquistare oltre il mare
e lui risponde, in estrema sintesi: “Tu stai ubriaca persa, bella mia”. Bon. Ed
è a questo punto che Jingu si ritrova di colpo vedova, desiderosa di vendetta per
tutte le sfighe che le sono capitate nel frattempo e con una terra oltre il
mare da conquistare a causa della profezia che pende sul suo capo. Ma Jingu non
si fa poi tanti problemi quando si tratta di menare le mani. Impugna la spada
dell’Imperatore – spada che pare avere strani poteri – e guida l’esercito alla
conquista di questa terra promessa. Una terra inaspettatamente dominata da
spettri, demoni, spiriti e tremendi pericoli, che lei dovrà comprendere
superando terribili prove. Fino a un esito colmo di colpi di scena e per nulla
scontato.
“Lo spettro cereo, con brillanti occhi rossi da yūrei, aveva fini
dita protese e folti capelli che svanivano nell’oscurità. Non poteva essere che
un fantasma, rimasto impigliato nel non mondo a causa d’un anelito non ancora
spento, un qualche desiderio che lo asserviva.”
Conoscevo già Laura Silvestri. La mia primissima recensione su
questo blog è stata proprio quella del suo “I figli dell’aurora boreale”,
romanzo breve di fantascienza sociale molto interessante, con una tematica di
grande attualità svelata con maestria dal colpo di scena finale, e che io
continuo a consigliarvi anche qui. E devo dire che con questo nuovo romanzo, “Jingu.
La leggenda di un'imperatrice”, Laura Silvestri non si è affatto smentita.
Certo, le tematiche e il genere sono del tutto differenti da “I figli
dell’aurora boreale”, ma anche in questo lavoro l’autrice dimostra di avere una
bella scrittura, con descrizioni efficaci e vivide anche quando si tratta di
combattimenti all’ultimo sangue, e di sapersi destreggiare perfettamente anche
nel genere storico-fantasy dal sapore orientale. E dopo una rapida ricerca che
ho fatto su questa autrice, mi sono accorta di quanto sia poliedrico il suo
talento, dato che ha già scritto e pubblicato tanto in questi anni, dedicandosi
a vari generi narrativi. Ma non divaghiamo e torniamo al romanzo in esame…
“Jingu. La leggenda di un'imperatrice” è sì un fantasy, ma ha una
base storica che si perde nella nebbia dei tempi del Giappone più arcaico, nel
periodo tra il 169 e il 269 circa. Jingu è infatti la prima imperatrice del
Giappone, anche se il suo nome pare sia stato rimosso dalla lista delle altre
imperatrici del Giappone (sì, ve ne furono altre). Il fatto è che non vi sono
prove storiche certe su di lei, ma la sua figura leggendaria è riuscita a
sopravvivere nel tempo e ad arrivare fino a noi, riuscendo persino ad essere
raffigurata sulle banconote giapponesi nel 1881 (non ci sono giunti suoi
ritratti, quindi la rappresentazione era abbastanza fantasiosa…). Il signor
Google, dopo una breve ricerca, mi ha anche suggerito che Jingu, oltre a essere
consorte dell’imperatore e reggente alla morte di questo, fu anche una onna-bugeisha,
ovvero una donna combattente, una donna samurai come ve ne furono anche altre
in passato. Lo sapevate? Forte, eh? La storia o leggenda di Jungu, in questo
romanzo, viene poi mescolata all’elemento fantasy. Ma non parliamo del fantasy
occidentale a cui siamo abituati. Qui parliamo di un fantasy tipicamente
orientale, con spiriti della natura, fantasmi femminili vendicativi, demoni e
draghi tipici della cultura giapponese. C’è molto del folklore e delle leggende
nipponiche in questa storia, e Laura Silvestri è riuscita a creare atmosfere
magiche e quasi oniriche che mi hanno ricordato molto i capolavori dell'animazione
di Hayao Miyazaki, che io adoro. C’è poi molta azione in questo romanzo,
scandita da un ritmo ben cadenzato e mai noioso che genera curiosità e rende
avvincente la narrazione, tenendo incollato alle pagine il lettore.
Insomma, un bel romanzo, questo, una bella sorpresa che vi
consiglio di leggere soprattutto se amate il folklore giapponese e le storie
dalle atmosfere orientali, se amate i duelli e le battaglie e se adorate le protagoniste forti, determinate, coraggiose. E leggendarie.
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