"Haibane - Ali di cenere" di Francesca Angelinelli - La recensione


Titolo:  Haibane - Ali di cenere
 Autrice:  Francesca Angelinelli      
Genere: Fantasy orientale    
Formato:  Kindle e cartaceo     
Dimensioni file:  829 KB
Lunghezza stampa: 340
Editore: Delos Digital (22 gennaio 2019)

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Pagine autrice:  



Sono sempre stata innamorata del Giappone e delle sue storie, delle sue antiche tradizioni e dei suoi miti. E il Giappone medievale in particolare, con i suoi abili guerrieri e le possenti armature e le poetiche leggende, ha sempre avuto per me un grande fascino. Sarà per via di tutti gli anime che ho visto sin dalla più tenera età? Sarà che ho passato troppo tempo tra Bim Bum Bam, Junior Tv, canali delle retrovie e Anime Night, come è tipico per gli esponenti della mia generazione ormai demodé? Sarà che ho sempre provato attrazione per culture differenti dalla mia? Non saprei. Quel che è certo è che, non appena ho visto la copertina di questo romanzo e letto la trama, ho subito deciso di gettarmi nella lettura di questa storia. Una storia che non mi ha affatto delusa, che è riuscita a sorprendermi ed emozionarmi. Merito anche della meravigliosa penna di Francesca Angelinelli, autrice prolifica ma che io, fino a poco fa, purtroppo non conoscevo. Sì, perché il romanzo in esame, edito dalla Delos Digital, fa parte di una serie di romanzi dall’ambientazione simile, una sorta di Giappone medievale colmo di magia e scontri epici. Ed è in questo mondo, crudele e meraviglioso al contempo, che vive Sainan, la protagonista di “Haibane - Ali di cenere”, la cui storia mi ha incantata dalla prima all’ultima pagina.   

Ma di cosa parla esattamente la storia? Qual è la trama?

No spoiler, promesso!

Sainan è una ragazza dolce e coraggiosa che nella sua breve vita ne ha passate tante ma che, nonostante questo, non si perde d’animo. È una temibile guerriera ed è anche la giovane signora del feudo di Haibane che le è stato affidato dal suo padre adottivo, il nobile Hiko, in punto di morte. La gestione del feudo, però, le dà non pochi grattacapi. Tra questi, vera e propria spina nel fianco – per usare un elegante  eufemismo -, è il viscidissimo e malvagio Shigemori Furi, signore dei feudo confinante e autore di numerose e devastanti incursioni nei possedimenti di Sainan, mosso da un astio antico che non gli dà pace. Sainan cerca di fare di tutto per salvare il suo feudo e tenere fede alla parola data al suo padre adottivo, per essere all’altezza delle aspettative di tutti e difendere la sua gente. Ma durante una battaglia viene rapita dal nemico e condotta nel castello di Shigemori come ostaggio. La disperazione coglie la giovane, costantemente minacciata dall’infido Shigemori, e la lama della sua stessa spada pare avere un fascino formidabile per Sainan, in un ultimo e disperato tentativo di conservare l’onore. Ma il suo carceriere, il misterioso Itachi, il figlio adottivo di Shigemori Furi, si rivela ben presto assai gentile e molto diverso da tutti i Furi. Lui la dissuade dai suoi propositi autodistruttivi, l’aiuta e si prende cura di lei in quel momento difficile. Quel ragazzo, però, ricorda a Sainan una persona cara ormai scomparsa e che lei ha conosciuto tanto tempo prima… Ma Itachi  non ricorda chi è, ha perduto la memoria forse durante una battaglia. E sarà proprio lui a tentare di salvare Sainan, a costo della sua stessa vita.
Ma chi è davvero Itachi? E riuscirà Sainan a sfuggire al suo nemico e a salvare il suo feudo dalle grinfie di Shigemori?

Ho adorato sin da subito la protagonista. Lei è una guerriera molto potente, una giovane donna piena di responsabilità che non mostra mai al prossimo quanto queste siano gravose per lei, neppure nei momenti di paura e disperazione totale. Eppure, nonostante questa sua forza, è anche una ragazza dolce e che ha davvero a cuore le sorti della gente sotto la sua tutela. I personaggi principali sono un po’ tutti ben caratterizzati e le ambientazioni sono descritte meravigliosamente, compresi gli elementi sovrannaturali inseriti nella narrazione e che sono decisivi per l’evolversi della vicenda. Ciò che, però, mi ha davvero emozionata sono le descrizioni di combattimenti e battaglie, un susseguirsi epico, e reso splendidamente, di azioni solenni e terribili che pare quasi di vedere, di sentire. La narrazione, sempre incalzante e mai noiosa, è davvero degna di nota e trovo che Francesca Angelinelli abbia davvero un bellissimo talento per la scrittura.

Insomma, il romanzo merita la lettura, soprattutto da parte di chi, come me, adora le storie dal sapore orientale ricolme di demoni, maledizioni, spettri, sacerdotesse e guerriere. E anche da parte di chi, come me, ricorda con nostalgia l’Anime Night e di tanto in tanto non disdegna la lettura di un bel manga ambientato in un passato magico e leggendario, a metà strada tra realtà e fantasia.



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