"Vorrei saperti conquistare" di Violet Z. - La recensione


Titolo: Vorrei saperti conquistare
Autrice: Violet Z. 
Genere: narrativa, rosa
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 1959 KB
Lunghezza stampa: 245
Editore: PubMe (28 luglio 2019)




“Per una volta tanto avrei voluto tornare a respirare veramente. Mi mancava quella sensazione di felicità che avevo provato una vita fa. Quando non avevo paura di essere me stesso e di guardare in faccia la vita, quando ero capace di lasciarmi andare a quello che sarebbe venuto senza esserne terrorizzato. Mi mancava respirare la vita assieme a qualcuno. Quel qualcuno che non c’era più.”

Ho sempre avuto un conflitto irrisolto con la letteratura rosa. Leggo di tutto, dai saggi storici alle biografie, dalla fantascienza al fantasy, dall’horror alla semplice narrativa. La letteratura rosa, però, mi ha sempre causato sollevamenti perplessi di sopracciglia e crisi isteriche. Sono allergica alle smancerie e alla melassa di un certo tipo di romanticismo, finanche nella vita reale, e le storie di bellocci senza cervello che si innamorano per magia della cessa svampita che si trasforma di colpo in strafiga mi hanno sempre annoiato o, al massimo, strappato una risata o due. Ero dunque molto perplessa quando ho deciso di collaborare come lettrice della Collana Floreale (PubMe), e principalmente per cercare di superare questo mio modo rigido di vedere questo genere letterario a me quasi del tutto estraneo. Ma con il romanzo che vado a recensire, “Vorrei saperti conquistare” di Violet Z (volume unico che accorpa due romanzi che trovate separatamente qui e qua), ho capito che forse il genere merita di ricevere da me una piccola possibilità.  

Ma di cosa parla questa storia non solo d’amore?

Niente spoiler, mie principesse, promesso!

 Alex è un giovane avvocato benestante e figo con tanti amici, tanti impegni, una bella casa e una famiglia unita. La sua vita sentimentale, però, è un vero casino e finisce sempre in relazioni sbagliate che durano più o meno quanto durano le mie messe in piega nelle occasioni importanti. Ma un bel giorno – che in realtà era  partito come un giorno di me… ehm, non troppo bello – Alex incontra Federica (galeotte furono le melanzane!), una bella ragazza un po’ sfigatella ma dolce e con un gran cuore. I due si conoscono, si piacciono, si cercano, si desiderano come manco un piatto di pasta dopo una vacanza all’estero. E tutto sarebbe perfetto e bellissimo se lui, Alex, in realtà non avesse avuto un passato non proprio tanto perfetto come lo è invece il suo presente. Sì, perché Alex nell’armadio non ha solo uno scheletro ma l’intero Esercito dei Morti di tolkieniana memoria: il suo passato è stato difficile e doloroso, costellato di prove terribili che gli hanno segnato la vita, trasformandolo nell’uomo che è diventato. E neppure il passato di Federica è poi tutto questo Carnevale di Rio. Insomma, entrambi ne hanno passate tante, e quel passato che sembrava dimenticato torna alla ribalta in maniera prepotente e violenta, sconvolgendo e infrangendo ogni cosa. Riusciranno i due ad andare finalmente avanti con le loro vite e a ghermire quella felicità che la vita deve a entrambi?

“Ma cosa vuol dire sopravvivere? Morire dentro eppure sembrare vivo.”

La storia d’amore in sé, secondo me, non è il tema principale del romanzo. Ad essere approfondito è soprattutto il passato di Alex, con quella tematica sociale – che non vi sto qui a raccontare per non spoilerarvi la trama – affrontata con delicatezza e senza andare troppo a fondo nella problematica. Una problematica e una realtà che io non conosco e che mi ha colpita per come è stata raccontata. Alex, in apparenza uomo bello e intelligente, è stato in realtà un adolescente difficile ed è tutt’altro che un uomo perfetto. Probabilmente è per questo che sono riuscita a trovare il romanzo discreto – gradisco molto i romanzi che includono tematiche sociali – e ad apprezzarlo. Certo, vi sono anche delle criticità, in primis il fatto che si sia dato tanto spazio al personaggio di Alex ma pochissimo a quello di Federica (della quale, a mio avviso, sarebbe stato interessante saperne di più, dato che anche il suo passato è stato abbastanza infelice). C’è poi, a mio avviso, la questione del finale un po’ troppo lento e melenso – ma i miei gusti personali sono quello che sono, quindi se vi piace particolarmente il genere penso che voi lo gradirete gioendo come fanciulle la mattina di Natale  -, o quella relativa a una scrittura un po’ acerba e bisognosa di editing o, ancora, quella inerente la confusione che si crea in alcuni punti della narrazione secondo me un po’ troppo frettolosi. Detto questo, però, il romanzo merita una lettura, e principalmente se siete detentrici di animi romantici a caccia del leggendario amore vero eppure imperfetto.






Commenti

Post più popolari