"Il Giardino Viola" di Nadia Banaudi - La recensione



Titolo:  Il Giardino Viola
Autore:  Nadia Banaudi 
Genere:   Narrativa femminile contemporanea
Data di pubblicazione:  novembre 2018
Formato:  Kindle e cartaceo
Dimensioni file:  416 KB
Lunghezza stampa:  133






“Cara Viola,
ho letto una frase che mi ha fatto riflettere: ‘La prima metà della nostra vita è rovinata dai genitori e la seconda metà dai nostri figli.”

È proprio così che inizia questo romanzo breve. Un inizio che noi intellettuali vulcaniani in trasferta sulla Terra solitamente definiamo “una bomba” per via di tutte le riflessioni e i pensieri che questa semplice manciata di parole provoca. Ma questo è solo l’inizio, perché “Il Giardino Viola” di Nadia Banaudi è colmo di pensieri semplici eppure essenziali sul rapporto genitori figli soprattutto, ma anche sull’amore e sulla vita. Pensieri che coinvolgono e colpiscono dritto dove devono. Cuore e mente, nessuno dei due escluso.

“La vita non è un manuale scritto in cui cerchi la pagina con la regola che ti serve e la applichi. È una roulette russa. Per un certo periodo semini e aspetti. Poi coltivi e aspetti. Fino a che raccogli e giudichi. Per lo più però aspetti. Inutilmente anche, ma te ne accorgi solo dopo.
E io di attese ne sono campionessa.”

Un romanzo di formazione, motivazionale, che ha un unico filo conduttore che tiene legati i vari personaggi coinvolti e che saranno presentati al lettore solo proseguendo con la lettura del romanzo. Un romanzo che da statico si fa sempre più vivace, pieno di voci e suoni. E anche e soprattutto di colori.

Ma di cosa parla “Il Giardino Viola”? Qual è la trama?

No spoiler, promesso!

Viola è una giramondo. Nel senso che sono anni che se ne va a zonzo per il globo. È una fotografa, e tale mestiere l’ha condotta nei luoghi più remoti della Terra, in mezzo a gente e situazioni sempre diverse. A un certo punto, però, decide di prendersi una pausa da questo suo vagabondare incessante, tornando al paesello dai suoi che le riservano, per la permanenza provvisoria, una sorta di baita di montagna di loro proprietà. Si tratta di un luogo quasi del tutto isolato ma pieno di ricordi perché è lì che Viola è cresciuta. Ed è lì che, adesso, dovrà scoprire se stessa, in un viaggio che, per una volta, è soprattutto interiore, intimo. E tutto questo avviene anche grazie a una lettera che quella birbona di sua madre le ha lasciato nella baita. Brighella, la signora! Tipo che una mamma qualunque avrebbe lasciato biglietti come “la pasta è nel freezer, scaldala”, oppure “chi sporca pulisce” o il sempreverde “ricordati di spegnere le luci quando esci ché altrimenti chi lo sente tuo padre quando arriva la bolletta”. No, la mamma di Viola è speciale, proprio come sua figlia, e le lascia una lettera. Una lettera che ripercorre il loro rapporto madre-figlia, sempre complesso, spesso difficile e conflittuale eppure pieno di amore e rispetto reciproco. E Viola, quest’ultimo punto, lo comprende solo leggendo la missiva. Una missiva che sembra parlare a ognuno di noi, che sembra raccontare un po’ quello che è o è stato il rapporto con i nostri genitori, e viceversa. La mamma di Viola sembra rivolgersi anche a noi che leggiamo, scavando a fondo in ricordi privati con poche ma precise frasi affilate. Un esempio?

“Pensavo di essere il romanzo e tu un mio capitolo, ma ho capito che sei stata romanzo da subito e io ho scritto solo qualche pagina.”

Una frase tanto semplice eppure sconvolgente che riassume, a mio avviso, molti rapporti madre-figlia/o mai risolti dei tutto, imperfetti eppure inscindibili e profondi.
Questa lettera diventa molto importante per Viola che, grazie alle parole di sua madre, comprende, cresce, decide, si trasforma, si evolve. E come in un coloratissimo effetto farfalla questa sua evoluzione riesce a cambiare anche le vite di altre donne, forti e determinate come Viola e portatrici di storie diverse, piene di dolore ma anche di coraggio e speranza.

“Sua madre custodiva i sogni degli altri accantonando i propri. In realtà si sentiva soddisfatta rendendo felici coloro che le stavano attorno, ma questo solo per pochi esperti. Viola lo aveva capito crescendo. Quello che le era sempre parso accontentarsi era in realtà un conoscersi a fondo. A differenza sua lei non sarebbe stata in grado di gesti simili. Voleva la libertà sulla pelle, l’appagamento di raggiungere gli obiettivi prefissi. Eternamente insoddisfatta, ogni volta che raggiungeva la meta, una lampadina si accendeva nel cammino e si spostava di continente, dandole un nuovo stimolo.”

“Il Giardino Viola” è un romanzo con messaggi precisi, che ho apprezzato parecchio essendo anch’io una sorta di Viola giramondo ma in scala ridotta. La struttura narrativa, che ha come fulcro la lettera che Viola legge, muta assieme alla protagonista e si evolve, si trasforma dando voce ad altre donne, ad altre vite ed esperienze. La scrittura è piacevole e scorrevole, anche se riflessiva, intima come una sorta di dialogo interiore che sprona alla riflessione.
Insomma, una bella lettura che consiglio davvero a tutte e tutti, leggera eppure meditativa come un viaggio in se stessi. Leggere “Il Giardino Viola” vi farà bene, ve lo garantisco!

E infine, desideravo concludere con la frase che più di tutte mi ha colpita. No, non alla mia mente cervellotica e sempre su di giri. Questa mi ha colpita dritta precisa al cuore incartapecorito che ancora ho. Da qualche parte. Forse. Ed è l’insegnamento che ogni mamma e papà dovrebbero impartire, con le parole e i fatti, ai propri figli. Giudicate un po’ voi:

“Nel rapporto a due o si è complementari o uno si annulla e cede. Difficili gli equilibri. Ho cercato di insegnarti a essere indipendente per non cercare nell’altro sesso chi colmasse i vuoti.
L’amore deve essere unicamente amore. Ricordalo sempre. Non bisogno. Non dipendenza. Non rassegnazione.”

Devo scrivere altro?


Commenti

  1. La tua recensione è a dir poco preziosa oltre che bellissima. Sono davvero molto felice il libro ti sia piaciuto e ti abbia regalato tante riflessioni, sei una lettrice molto profonda, oltre che dotata di un'ironia rara. Grazie di cuore.

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    1. Grazie a te per le belle e necessarie riflessioni che mi hai regalato soprattutto con quella lettera, che è il fulcro, secondo me, di tutte le storie narrate, un vero e proprio punto di partenza per un viaggio introspettivo verso se stesse. Credo ci sia un po’ di Viola in ognuna di noi… in me di sicuro ce n’è parecchia! ^_^

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  2. Che bella recensione, hai proprio colto il cuore del messaggio del romanzo di Nadia che ho avuto il grande piacere di leggere anch'io P.s. Mi ero persa la lettura di questo post...

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    1. Grazie, grazie mille! Sì, il romanzo di Nadia mi è stato molto utile per mettere un po' d'ordine tra i pensieri un po' ingarbugliati che ho riguardo a famiglia e affetti. Una bella lettura! :)

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    2. Grazie a entrambe per le belle parole spese per il mio libro, ogni tanto passo a rileggermi la recensione perché mi fa sempre un certo effetto!

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