"Il giardino dei dispari" di Leo Tenneriello - La recensione del romanzo breve

Capita.

Capita, durante un sabato sera in cui vien giù il diluvio universale, di ritrovarsi in un caffè letterario per discutere di libri e ascoltare un po’ di buona musica. Capita di conoscere gente nuova e libri e melodie che non avevi mai letto e ascoltato. E capita di trascorrere una serata gradevole facendo quello che fai da sempre, ma stavolta dal vivo.

Sto parlando della doppia presentazione letteraria fatta il 12 novembre presso la splendida cornice del The King Caffè Letterario in compagnia dello scrittore e musicista Leo Tenneriello.

Ma perché presentazione doppia? Be’, semplicemente perché i lavori di Tenneriello presentati sono stati due: “Il giardino dei dispari”, di cui vi parlerò in basso, e “La bellezza del caos”.

Titolo: Il giardino dei dispari

 Autore: Leo Tenneriello

 Editore: Il Seme Bianco   

Data di pubblicazione: 31 gennaio 2020

Pagine: ‎71 pagine   

Formato: Cartaceo      

Genere: Narrativa contemporanea     

Link per l'acquisto: https://amzn.to/3AvHx6I

In questa sede desidero parlarvi del romanzo breve “Il giardino dei dispari”, da me letto, analizzato e presentato il 12 novembre. Un romanzo introspettivo che io, da brava lettrice compulsiva, non posso esimermi dal recensire in maniera ovviamente semiseria. Quindi mettetevi comodi, prendete i popcorn e seguitemi!

Di cosa parla il romanzo? Qual è la trama?

Aldo Nero c’ha problemi. Lui e la moglie Giulia si sono lasciati, i figli lo scansano e il lavoro che svolge non lo soddisfa, anche perché lavora con partita Iva (e già questo basta a far capire il disagio provato). Aldo torna quindi nella casa vuota che fu dei suoi genitori, nel suo vecchio quartiere, sconfitto e amareggiato. E pensa e pensa e pensa per 24 ore. A cosa? Alla sua vita e a quanto talvolta sia stata ‘schifa’. Alle scelte che lo hanno condotto fino a quel momento di profonda solitudine e disperazione e al disincanto che l’età adulta ha portato nella sua vita. Nei pensieri di Aldo c’è malinconia, rammarico e rimpianto. Sono pensieri disperati che si dipanano in un lungo monologo fra immagini oniriche e dialoghi con i fantasmi di un passato nostalgico. Ma dialoghi davvero, del tipo botta e risposta, eh! Questo, durante la lettura, ci fa un po’ assaporare quella che è la sua solitudine in quel momento, il suo isolamento, il suo scoramento.   

"Voglio somigliare a Craco, paese a mezz’aria fra la terra e il cielo, fragile come un cracker e forte come il pane duro. Quando andavamo a trovare i nonni, lo incrociavamo sempre e il mio sguardo era incantato da quel paese spettrale. Era un incubo o un sogno?


Craco è un paese sospeso sul vuoto, chiuso, col suo destino franato, offeso, dove i fantasmi se la ridono di notte e raccontano barzellette sul sindaco corrotto, sulle condotte sbagliate dell’acquedotto. Craco è un paese allagato alle radici, è un giglio che parla col sole e che non chiede aiuto perché sa che il suo grido tornerebbe indietro."

Aldo riflette, cerca il vero se stesso scavando dentro di sé, frugando nella memoria e nei ricordi. E noi viaggiamo nella sua storia assieme a lui, in questo percorso difficile che potrebbe essere di sola andata. O forse no.

Le cose che mi hanno colpito di più di “Il giardino dei dispari”, oltre alla scrittura fluida e mai pesante nonostante le tematiche, sono le riflessioni di Aldo su quanto l’età adulta abbia ucciso tutto l’incanto e la meraviglia e su quanto la sua costante lotta per il riscatto sociale gli sia costata la serenità e, alla fine, la sua stessa famiglia. Il continuo perdersi nel perseguire sempre nuovi e maggiori traguardi lo hanno privato delle forze che avrebbe invece dovuto dedicare alle cose davvero importanti, come gli affetti e se stesso. Una lezione che Aldo sembra impartire a tutti noi che viviamo sempre di corsa, sempre con la fretta di fare tutto e bene, trascurando noi stessi, se necessario. La riflessione di Aldo, durante la lettura, diventa inevitabilmente anche nostra.

"Torno a esser bambino. È come un dolce ricordo. Il mondo a quel tempo non era migliore di oggi, ma i miei genitori cercavano di camuffarlo per farmelo sembrare un posto più felice. A volte mi armo di quell’ingenuità e mi addentro in quel periodo come se indossassi il vestitino della festa."

Aldo è in una fase di transizione in cui setaccia la sua intera esistenza alla ricerca di errori, suoi o altrui. E persino l’amore perde il suo incanto per farsi nostalgico e ormai evanescente.

"L’amore è una condanna senza colpe. È bastato un niente e tu mi sei riesplosa dentro svegliandoti, saltellando dispettosa e superba nel mio cuore. Fuori da questa casa c’è un mondo che respira, ma a me manca il fiato. Tu non ritornerai mai."

Una visione pessimista, quella di Aldo, che però lascia nel lettore maturo mille spunti di riflessione su quella che è la propria esistenza.

Ne vale davvero la pena? Cos’è più importante per me? Cosa voglio davvero? Queste sono le domande che mi sono posta leggendo “Il giardino dei dispari”, romanzo che consiglio a tutti coloro che amano riflettere perdendosi nei meandri di letture introspettive ma narrativamente piacevoli e scorrevoli.

Volete saperne di più su “Il giardino dei dispari”? Qui il booktrailer!👇 


P.S. E durante la presentazione abbiamo anche ascoltato i melodiosi brani di Leo Tenneriello che potete trovare e gustare anche cliccando qui sotto. Buon ascolto! 𝅘𝅥𝅮♪


 

 

 


Commenti

  1. Confesso io spesso monologhi contanto di domande, risposte, consigli e litigate con me stessa le faccio in auto...ma il libro misembra interessante!!!

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    1. Nonostante le tematiche affrontate e la profonda amarezza del protagonista, il libro scorre rapido e la lettura è piacevole. 😉

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