“Punto e a capo - Quando un Amore finisce” di Camilla Stenti - La recensione


Titolo: “Punto e a capo - Quando un Amore finisce” 
Autore: Camilla Stenti
Editore: Dario Abate Editore
Data di pubblicazione: 12 dicembre 2019
Genere: Narrativa
Formato: Kindle e cartaceo
Pagine: 238
Dimensioni file: 673 KB
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“Tu resti tutti i sogni e le bugie in cui ho creduto, che ho sperato inutilmente di veder avverare e di smentire. Tu sei tutte le illusioni in cui mi sono rifugiata, tutte le speranze che ho visto andare in frantumi. Sei tutti i lieto fine che ho ritrovato soltanto nei film. Sei tutto il tempo perso ad aspettarti invano. Sei tutta l’attesa in cui mi sono persa. Sei tutta la determinazione con cui avrei voluto vederti tornare.”

Viola è una fanciulla poco più che trentenne. Viola è tormentata, si fa mille paranoie. Viola è stata abbandonata di punto in bianco dal compagno, col quale stava da quindici anni, senza uno straccio di spiegazione. Manco un “Ahó, vado a comprare le sigarette, mo torno”, o un più signorile: “Uè, bestia, cia’, stammi bene!”. Niente di niente. Alberto si è come volatilizzato, ha imboccato semplicemente la porta per non farvi più ritorno. Alberto se n’è andato lasciando Viola da sola in compagnia di mille dubbi e domande. Domande che lei decide di mettere per iscritto, fissandole nella mente e nel tempo, rivolgendosi direttamente a lui, ad Alberto il fuggitivo altrimenti detto “la carogna”.
È questa, in estrema sintesi, la trama di “Punto e a capo”, introspettivo romanzo scritto dalla giovanissima (classe 1994!) e bravissima Camilla Stenti ed edito da Dario Abate Editore. Un romanzo pieno di riflessioni, di spunti interessanti, di pensieri semplici eppure complessi che, forse, un po’ tutti abbiamo formulato almeno una volta nella vita.

“Ero stanca di rimanere in silenzio, di essere passiva e di subire tutte le decisioni che gli altri avrebbero continuato a prendere per me. Ero stanca di non fare rumore, di non creare disturbo, di continuare con le nottate in bianco pur di terminare lavori per cui non avrebbero dato a me né i soldi e né i meriti. Ero stanca di aspettare che le cose cambiassero, che qualcuno mi notasse, che valorizzasse i miei sforzi e che apprezzasse i miei sacrifici.”

“Punto e a capo” è dunque la storia di una lenta rinascita, di una presa di coscienza forte, potente. La più potente che una persona possa guadagnarsi dopo un periodo di dolore e abbandono. La coscienza di sé e della propria forza, della propria capacità di risollevarsi per rimettersi in piedi, anche dopo aver ricevuto male su male da chi professava amore eterno. “Punto e a capo” è la storia di una riscoperta. La riscoperta di sé. Un sé ormai demolito, devastato, che Viola deve ricostruire pezzo per pezzo, con pazienza e coraggio, partendo da zero. Sì, perché il vuoto lasciato da Alberto, insopportabile e inspiegabile, deve in qualche modo essere colmato. Il “noi” non c’è più, c’è solo l’“io”. C’è solo Viola, con le sue paure e le sue insicurezze, che affronta il mondo senza Alberto. Che affronta la complicata famiglia, che affronta gli amici, che affronta il mondo e la realtà. Quella di Viola è la storia di una rinascita, insomma. Una storia che potrebbe appartenere a chiunque e che un po’ tutti conosciamo.

“Tu sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto, non ti rendi conto di quanto tu valga e di quanto tu meriti, più di chiunque altro, di essere felice. Felice da far schifo. Vorrei essere anche io così come sei tu. Vorrei essere migliore, come te. Vorrei tornare indietro e cancellare tutti gli errori che ho fatto, tutte le volte che ti ho fatto del male o che qualcuno a cui tenevi sul serio te ne ha fatto. Vorrei che tu non fossi così tanto buona da perdonarci tutti, vorrei che tu non fossi così tanto buona da farti carico di tutti i problemi degli altri. Vorrei che tu capissi che è difficile trovare qualcuno come te, che sei una persona rara, una fortuna che ti capita di riconoscere una volta nella vita.”

Il romanzo, molto introspettivo e colmo di pensieri talvolta anche ossessivi, è scritto quasi interamente sottoforma di una lunga lettera indirizzata ad Alberto in cui Viola scarica tutto il dolore e la devastazione che l’abbandono le ha causato. Ma tutto questo viene poi colmato da altro, cioè dal racconto di quello che accade a Viola, dal racconto di come la vita la reclami a gran voce, ridestandola di colpo. Ed è proprio dalle parole di Viola che ci rendiamo conto che qualcosa sta lentamente cambiando, a sua insaputa. Impossibile non empatizzare con la protagonista, non tifare per lei o anche arrabbiarsi con lei quando Viola si lascia andare allo sconforto più totale pure quando tu, invece, avresti reagito diversamente (tipo fracassando tutto, ecco). Impossibile, insomma, non affezionarsi a Viola e alla sua battaglia.
La bella scrittura di Camilla Stenti scava a fondo nell’animo della protagonista, sa tirare fuori pensieri e riflessioni, domande, ricordi. E salta subito all’occhio come questa giovane scrittrice sappia andare proprio là dove nessuno vorrebbe recarsi, nel punto più doloroso che un po’ tutti conosciamo. Riuscendo in tal modo ad estrapolare la parte  migliore di Viola, ricostruendo pezzo per pezzo la rivincita della sua protagonista. Un bel talento, quello di Camilla Stenti, che io ho apprezzato e ammirato per tutta la lettura. Una lettura tranquilla, piacevole, riflessiva, che consiglio a tutti coloro che, almeno una volta nella vita, hanno dovuto fare i conti con il proprio cuore spezzato e hanno dovuto ricostruirsi da zero, contro tutto e tutti. Per poi mettere finalmente un punto e andare a capo, ricominciando a vivere.

In alto, Daisy che manda tanti baci all’amico MiniMiao di “Punto e a capo”. Prrrruuuiao!





Commenti

  1. Ed io che pensavo di essere coperta con i libri per Luglio, mi è venuta voglia di leggere il libro, quindi lo metto nella lista di quelli da leggere:D

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    1. Libro molto bello, molto riflessivo... da leggere! Ciao Giulia! :-*

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