"Una Cenerentola a Manhattan" di Felicia Kingsley - La recensione


Titolo:  Una Cenerentola a Manhattan    
Autore: Felicia Kingsley    
Genere:  Contemporary Romance, Narrativa rosa 
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 8 novembre 2018 
Formato:  Kindle e cartaceo   
Dimensioni file: 725 KB
Lunghezza stampa: 305  
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“«Chi si accontenta muore».
«Era “gode”. Chi si accontenta, gode».
«No, cocca, fidati. Muore. Chi si accontenta raccoglie ciò che la vita gli dà. Chi non si accontenta, se ne fotte di quello che la vita dà, va a prendersi quello che vuole».”

Chi non conosce la storia di Cenerentola? E quale fanciulla non ha sognato, almeno una volta nella vita, di recarsi a un sontuoso ballo abbigliata come una splendida principessa, su di una sfarzosa carrozza che una volta era un ortaggio, scortata da amichevoli sorci canterini? Quale donzella non ha mai sognato di incontrare al suddetto ballo un bellissimo principe feticista che s’innamora al primo sguardo senza tenere in conto che le luci soffuse e l’alcol possono trarre in inganno? Bene, se siete tra queste ex ragazzine sognatrici  allora “Una Cenerentola a Manhattan”, scritto dalla bella penna di Felicia Kingsley ed edito da Newton Compton Editori, fa al caso vostro.

Ma in cosa differisce la storia della Kingsley da quella classica che, negli anni, ha avuto mille trasposizioni diverse? Qual è la trama di questa fiaba resa moderna?

Niente spoiler, promesso!

Riley Moore è perseguitata dalla sfiga. Ha ventisette anni, vive da sempre a New York, si è laureata alla Columbia tra mille sacrifici, è single, orfana, abita in un appartamento che è un buco e per mantenersi fa tre lavori, compreso quello di redattrice/facchina/segretaria/schiava nella redazione di una rivista che pare quella patinata di quel telefilm/telenovela dove la protagonista è un cesso a pedali ma poi, tolti gli occhiali e l’apparecchio e piastrati i capelli, diventa magicamente gnocca. Riley, però, non ha di questi problemi perché è bella, bellissima – talmente bella che deve mettersi gli occhiali e indossare felpe e maglie extralarge per camuffarlo - e ha una carattere forte, tosto, indipendente, da vera newyorkese. E nonostante questo, è costretta a sottostare alle angherie di matrigna e sorellastre arriviste, opportuniste e subdole, che non vedono l’ora di vederla rotolare nel fango perché… boh, perché sono brutte e cattive, come da tradizione. Riley ha però un grande e segreto talento, quello per la scrittura. Suo malgrado è costretta, per varie ragioni, a fare la ghostwriter, ma la verità è che ha scritto un romanzo e il suo sogno è proprio quello di vederlo pubblicato con una grande casa editrice. E sarà proprio questo a spingere Riley a partecipare, in segreto, a una festa in maschera assai glamour dove è presente un importante editore al quale lei ha tutte le intenzioni di consegnare il manoscritto. Ma non può andarci conciata come una scappata di casa, che è lo stile tipico di Riley. E sarà a questo punto che alcuni amici le daranno una mano, tra battute caustiche e veementi proteste. E arrivata al party, quella che è la missione che Riley si è prefissata diventa presto ben altro. Già, perché a una festa del genere c’è un sacco di gente, anche interessante, e può succedere di tutto. E lui, bellissimo, estroverso e dannato, la vede e il suo mondo si ferma e va in frantumi assieme alle sue certezze di donnaiolo incallito. I due si conoscono, si piacciono ma… la mezzanotte è dietro l’angolo e l’anonimato, a una festa in maschera, è d’obbligo. L’unica cosa che li lega è quella scarpina sbrilluccicante e dal valore spropositato che lei smarrisce nella sua fuga dalla festa. E New York è grande, grandissima, e trovare una persona di cui non si conosce né il nome né il volto non è roba da niente. Ma sarà davvero così? Cosa farà lui per ritrovarla? E Riley riuscirà a pubblicare il suo romanzo e a essere finalmente felice?

Ok, l’avrete capito, la Cenerentola di Felicia Kingsley non è una dolce casalinga del tutto sprovveduta e ciecamente fiduciosa nella bontà umana, non vive in un grande palazzo signorile con le tre classiche arpie e non aspetta che un principe la salvi, anzi, cerca di tenere i possibili principi azzurri a distanza più che può. Ho perciò trovato la protagonista ben caratterizzata, insieme agli altri personaggi principali che risultano simpatici come alcune conversazioni e situazioni che si incontrano con il procedere della lettura.

Il romanzo nel complesso è leggero, scorre rapidamente e la scrittura di Felicia Kingsley è piacevole, l’ideale per qualche ora di relax e pausa dalla realtà. Gli unici punti che mi hanno un po’ fatto storcere il brutto naso che mi ritrovo sono le troppe scene di sesso – ce ne sono davvero tante – e troppo dettagliate per i miei gusti (e chi mi legge da un po’ forse sa quanto il genere erotico mi stia poco simpatico). Lo so, è il genere rosa che lo richiede, ma certi dettagli, a mio avviso, non sono davvero necessari in una storia che, di base, è risultata piacevolmente romantica anche per me che sono un’arida gattara senza cuore. C’è poi l’incongruenza tra il carattere deciso di Riley e il suo asservimento totale a matrigna e sorellastre, ma questo, riflettendoci, potrebbe essere giustificato con il fatto che, almeno fino a un certo punto, in un angolino minuscolo della sua mente la protagonista le ritenga comunque delle familiari strette, ciò che rimane della sua perduta famiglia, o almeno è così che io l’ho voluta interpretare.

Certo, la storia non è il massimo dell’originalità – e se cercate storie particolarmente originali, non credo che decidere di leggere il rifacimento di una delle fiabe più conosciute e riadattate di sempre sia una mossa granché intelligente -, ma se cercate un romanzo di pura evasione e che vi faccia dimenticare la realtà per qualche ora,  e magari vi faccia anche un po’ sognare come da ragazzine, “Una Cenerentola a Manhattan” fa proprio al caso vostro e ve lo consiglio caldamente.

E ora scusate, vado a cercare passerotti e sorci canterini che mi confezionino abiti meravigliosi usando le tende del soggiorno, con permesso.  




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