"L'ombra della sera" di Giulia Mancini - La recensione


Titolo: L'ombra della sera
Autore: Giulia Mancini 
Genere: Thriller, giallo
Data di pubblicazione: 19 aprile 2019
Formato: Kindle e cartaceo
Dimensioni file: 1915 KB
Lunghezza stampa: 199




“Più studiava i fascicoli di certi crimini, più si convinceva che i mostri esistono e sono spesso persone insospettabili: l’amico, il vicino di casa, il padre di famiglia per il quale metteresti la classica mano sul fuoco, bruciandotela.”

Ombre. Ombre che si espandono nell’animo come l’oscurità che avanza al tramonto, allungando i profili e i contorni tenebrosi di un mondo in procinto di sprofondare nell’oscurità. E suspense. Una suspense che non molla, che non ti lascia andare neanche quando è ormai notte fonda e sai che il mattino dopo devi alzarti presto – mannaggia-al-lunario-mannaggia - ma no, non riesci a smettere di leggere.

Questo mi viene in mente al pensiero di questo bel thriller, “L'ombra della sera”, scritto con maestria da Giulia Mancini che ringrazio per avermi permesso di leggere in anteprima il suo lavoro. E per avermi fatto scoprire una (per ora) trilogia che ho tutta l’intenzione di approfondire. In effetti “L’ombra della sera” è l’ultimo capitolo delle indagini del commissario Sorace. Ok, non ho letto i primi due capitoli (e precisamente questo e questo), ma era comunque tutto comprensibilissimo perché i romanzi sono autoconclusivi. Insomma, per la serie che se vi viene voglia di leggervi un libro random su Sorace fa nulla, no problem, ci capite tutto lo stesso.

Ma di cosa parla esattamente il romanzo? Qual è la trama?

Niente spoiler, promesso!

Dunque… All’inizio c’è questa tizia tutta contenta che si sta recando a una festa di fine estate a casa di amici. Alla festa ci sarà il tipo, quello che le piace, e lei già pregusta la bella serata che l’attende. L’unico problema è che alla festa ci sta andando guidando da sola per una via del Bolognese abbastanza isolata – tipo località balneare d’inverno ma meno allegra – e che a un certo punto becca qualcosa che fa sobbalzare l’auto. Sarà un sasso? Sarà un animale? Sarà una cavolo di buca che, mannaggia al sindaco e all'amministrazione comunale, nessuno provvede a sistemare come si deve? La tizia, pur sapendo che quella è una strada isolata, che presto farà buio e che non è che si senta proprio tranquilla in mezzo a quel cavolo di posto, si accosta e scende dall’auto per controllare. E niente, non c’è niente di niente. La macchina è a posto, non ci sono poveri animaletti spiaccicati sull’asfalto e – miraaacoooolo! - niente buche. E allora che cavolo è successo? La tizia fa spallucce, ritorna in macchina ma c’è qualcosa che non le quadra. E in effetti, dopo poco, quel qualcosa che non quadra le piomberà addosso scombinandole tutti i piani per la serata e non solo.
Ed è qui che entra in scena il commissario Sorace, il duro dal cuore di panna al quale viene assegnato il compito di indagare sulla scomparsa della tizia sopracitata, alias Annalisa, 22 anni, studentessa universitaria. La ragazza risulta scomparsa, e durante le indagini salta fuori anche il cadavere di un’altra ragazza che era scomparsa a Ferrara poco tempo prima. Coincidenze o serial killer? In ogni caso, Sorace sa benissimo di doversi dare una mossa. Sì, perché Annalisa potrebbe essere ancora viva. Rapita e probabilmente nelle mani di un maniaco, ma viva. Ma Sorace non ha solo le indagini da sbrogliare. Anche la sua vita privata è un bel casino e lui, oltre a cercare la ragazza scomparsa, dovrà trovare anche una soluzione ai suoi problemi personali. Problemi che purtroppo lo hanno dolorosamente separato dall’amore della sua vita, l’unica donna che lui abbia mai amato.

Ve lo avevo detto che Sorace è un duro dal cuore di panna, no?

In alto, gli unici duri dal cuore di panna con i quali ho a che fare io di solito.

Ciò che colpisce subito leggendo “L’ombra della sera” è il ritmo serrato e incalzante che sin dalle prime pagine ti cattura, imbrigliandoti alla storia e alle vicende dei protagonisti. Vicende narrate non solo dal punto di vista del protagonista Sorace ma anche da altri personaggi chiave della vicenda, sempre ben caratterizzati. L’espediente incuriosisce, aiutando a mio avviso il lettore a farsi un’idea di quello che sta succedendo, a ipotizzare costantemente una possibile spiegazione di quello che sta accadendo, dando pian piano un quadro completo della situazione, fino all’ultimo tassello del puzzle.
La scrittura di Giulia Mancini è poi fluida, rapida come è giusto che sia in un giallo, e l’autrice dà prova di essere perfettamente a suo agio con questo genere non proprio facile da scrivere. Certo, all’inizio – ma solo all’inizio! – può sembrare che la trama gialla venga rallentata un po’ dalla trama personale di Sorace e dalle sue vicende sentimentali, ma anche questo espediente, come si comprende dopo pochissime pagine, ha la sua utilità: presentare al meglio un  personaggio che ha affrontato già altri due romanzi, aiutando il lettore a immedesimarsi nelle sue vicende personali e nel suo modo di pensare, di agire. La cosa, poi, diviene ancora più chiara quando trama gialla e sentimentale si intersecano, sostenendosi a vicenda, per un intreccio narrativo tessuto con maestria. E sarà proprio allora che vi accorgerete di esservi innamorati dei personaggi principali, Sorace in primis, e di non riuscire più a staccarvi da questa bella lettura. Una lettura che porta con sé anche molte riflessioni interessanti sul vissuto di ognuno, su problematiche che possono – purtroppo – colpire chiunque, su argomenti ostici come la scomparsa di persone care o l’immagine ingannevole che i social network possono dare delle nostre vite.

“Oggi puoi mettere on line tutta la tua vita e mostrare i tuoi successi e i tuoi momenti di felicità, come in una splendida vetrina patinata. Ma era davvero tutto così perfetto? Probabilmente no, ti piace mostrare agli altri solo il tuo profilo migliore e gli istanti positivi della tua esistenza, il resto magari lo tieni per te. Ma questa ostentazione di felicità quanto può disturbare qualcuno? Se lo chiedeva perché, per lui, la felicità era qualcosa di prezioso che non andava esibita, anzi andava protetta, perché qualcuno nell’ombra può essere tuo nemico e non lo sai.”

Consiglio infine “L’ombra della sera” a tutti coloro che amano i romanzi gialli ma anche semplicemente a chi vuole cimentarsi con una bella lettura d’evasione eppure riflessiva e attuale. Una lettura che, una volta che vi avrà catturati, non vi lascerà più andare. Neppure se avete il bucato da stirare che vi fissa malevolo dall’altra parte della stanza mentre voi continuate imperterriti a leggere seduti comodamente sul divano. Neppure se il mattino dopo dovete alzarvi alle 6 e avete già fatto le 2 del mattino senza neppure accorgervene. Storie di vita vissuta… Poi non dite che non vi avevo avvertiti, eh!

Commenti

  1. Grazie Eleonora, questa recensione è bellissima e, per di più, mi ha divertito molto. Sei riuscita a strapparmi un sorriso e sai quanto ne avevo bisogno.

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    1. Ne sono lieta, Giulia... Grazie a te per la bella e interessante lettura! :)

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  2. Ah, ma come sono d'accordo con la descrizione del duro con il cuore di panna! Da mangiarselo, infatti. Devo dire che la chiave di lettura del libro come l'hai proposta non l'avevo affatto considerata e mi ha preso felicemente alla sprovvista, quella buca, quel qualcosa che doveva succedere... che recensione spumeggiante! Se la merita tutta L'ombra della sera.

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    1. Sì, davvero un bel romanzo. Mi ha fatto venire voglia di "approfondire" con i due capitoli precedenti!

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    2. Sorace "duro dal cuore di panna" mi piace un sacco, e calza a pennello su Saverio.

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